Se a Charlevoix, in Canada, si è svolto un G7 problematico a causa delle tensioni tra Trump e l'Europa, oltre al Canada, per via dei dazi applicati dagli USA su acciaio e alluminio, a Qingdao, dall'altra parte del mondo, è andato in scena il vertice della Shangai Cooperation Organization (SCO).
Altri formati
La Russia non fa più parte del G7 da quando avvenne l'annessione della Crimea, visto che gli altri "grandi" hanno appoggiato l'Ucraina in quella che hanno definito un'invasione, infliggendo in seguito delle sanzioni economiche annuali. Nonostante Donald Trump, e in un primo momento anche Conte, abbiano dichiarato che la Russia dovrebbe tornare a far parte del vertice, il portavoce di Putin ha risposto che: "Mosca si concentra su altri formati", liquidando senza entusiasmo l'apertura del Presidente degli Usa, considerato anche che un ritorno non è certamente gradito dagli altri componenti.
Non è un mistero che l'Europa non veda di buon occhio la Russia di Putin, ma Trump riconosce la potenza che rappresenta e tiene ad evitare che Putin finisca per schiacciarsi troppo sulle posizioni della Cina e non vuole rischiare di essere tagliato fuori. Il fatto che ormai gli equilibri globali si stiano spostando a Oriente, è comprovato dall'abbandono anticipato di Trump al G7, per spostarsi a Singapore dove si svolgerà l'incontro con Kim Jong-un. In questo scenario l'Europa rimane la grande esclusa, in un isolazionismo nei rapporti che non può certo giovare al "vecchio continente".
Feeling con Pechino
Ma a differenza dell'Europa, Xi Jinping, il presidente della Repubblica popolare cinese, ha capito che avere uno come Putin, e la nazione che rappresenta, al proprio fianco, è un vantaggio non da poco.
La mossa di conferire a Putin la "medaglia dell'mmicizia", una nuova onorificenza cinese (il presidente russo è il primo a riceverla), va sicuramente nel senso di questa strategia di coalizione e cooperazione. A fare da cornice, l'accoglienza a Pechino con una parata militare in pazza Tian'anmen in vero e proprio stile zar.
Del resto i due leader hanno avuto un percorso politico simile: sono entrambi eredi di dittature del proletariato che sono arrivati a gestire le loro leadership in modo autoritario e personalizzato. Le loro politiche sulla governance mondiale coincidono su molte questioni: dalla situazione ucraina a quella coreana, al contrasto con gli Usa sull'accordo con Teheran sul nucleare.
Senza dimenticare che gli scambi commerciali tra i due Paesi, che soltanto nei primi mesi del 2018 sono aumentati del 27%, valgono 2,6 miliardi di euro e un fondo di investimenti da un miliardo. Ma oltre a Russia e Cina, dello Sco fanno parte anche India, Pakistan, Kazakhistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, paesi ricchi di petrolio e gas, che in tema di energia fanno impallidire i paesi componenti del G7. Con queste basi, si può affermare che in ottica futura, quello di Qingdao rappresenta un contro-vertice che rischia di contare molto più del G7.