E pensare che per un momento si era temuto il peggio. In un confessionale della chiesa capitolina di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci a un passo da San Pietro, dal nulla era comparso un pacco sospetto. E qualcuno in tempi di 'paura liquida' aveva immaginato che contenesse un ordigno, intravedendo scenari apocalittici nel cuore della cristianità. E invece il plico sospetto composto da due ordinarie buste in plastica conteneva una 'sorpresa' inimmaginabile: 36mila euro in contanti, suddivisi in banconote da 50 euro.

La perpetua scopre le due buste di plastica sotto il confessionale

Ieri pomeriggio la signora Lucia, perpetua della chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, stava facendo pulizie e mettendo ordine in chiesa. A un tratto si è accorta che sotto la seduta del sacerdote in uno dei confessionali c'era qualcosa, le era parso un pacco sospetto. Allarmata, la donna ha avvisato il parroco, padre Giovanni Martire Savina, che ha trovato nel confessionale due buste di plastica ed è stato subito incuriosito perché gli sembrava che contenessero qualcosa di ben diverso da cibo o indumenti che spesso ignoti benefattori lasciano in qualche angolo della chiesa.

'Le ho aperte e con mia grande sorpresa ho trovato dentro tante banconote', ha raccontato il parroco.

A seguito della scoperta, il parroco ha contattato immediatamente i carabinieri della vicina stazione San Pietro. I sacchetti erano in chiesa dal giorno prima perché un altro sacerdote li aveva notati, ma senza dar loro importanza.

Le indagini dei carabinieri

Al loro arrivo i militari hanno appurato che in due ordinarie buste di plastica erano radunati 36mila euro divisi in 18 mazzette fermate con elastici, ciascuna da 2mila euro, tutte composte da banconote da 50 euro.

I militari diretti dal luogotenente Salvatore Friano, comandante della stazione di San Pietro, indagano contro ignoti accusati di ricettazione e stanno verificando la provenienza del denaro attraverso le matrici perché qualcosa non li convince. I carabinieri credono poco all'ipotesi del benefattore che volesse donare l'ingente somma per amor di carità.

Parrebbe più verosimile che qualcuno abbia voluto disfarsene, forse dopo furti o rapine commessi in città.

Benefattore o ricettatore?

L'ipotesi è che il singolare 'lascito' sia collegato con la rapina a un portavalori avvenuta il 1 giugno proprio in zona Aurelio che ha fruttato a una banda di quattro malviventi armati di mitragliette e fucili a pompa un milione e mezzo di euro. I militari stanno anche passando al vaglio le immagini delle telecamere per capire chi sia entrato in chiesa nelle ultime 48 ore. In base alle risultanze dell'indagine, il magistrato deciderà sul da farsi. Questi soldi, se di provenienza delittuosa verranno acquisiti dallo Stato e versati sul Fondo unico Giustizia. Altrimenti potrebbero essere donati. 'Certo una somma simile farebbe comodo alla parrocchia', 'confessa' candidamente il parroco. Ora però aspetta che sia non la Provvidenza ma la giustizia terrena a decretare cosa si debba fare.