Alea iacta est. Sgombero sia. Il campo nomadi Camping River in via Tenuta Piccirilli deve essere sgomberato. La motivazione è grave e delicata: motivi sanitari.

Una sensibilità ancora più accentuata considerando la quantità di residenti nella Capitale (6 milioni) più tutti i pendolari che quotidianamente si recano a Roma per lavoro dalle città, provincie e regioni limitrofe, oltre che da tutto il mondo.

Il campo nomadi romano Camping River, già nell’ occhio del ciclone nei giorni scorsi per le tensioni tra l’opposizione degli abitanti del campo stesso e gli orientamenti del Governo italiano e del Ministero degli Interni, è stato sgomberato.

Questa mattina, sotto l’occhio vigile delle pattuglie delle Forze dell’Ordine (presenti sia i Carabinieri che la Polizia, oltre alla Municipale) e con l’assistenza del personale della sala operativa sociale, la baraccopoli di via Tiberina ha seguito il corso imposto dall’ordinanza sindacale di metà luglio scorso. Un’ordinanza chiara e incontrovertibile basata sulla “sussistenza di gravi situazioni di criticità inerenti lo stato di salubrità dell'area” secondo gli studi, i rilievi e i recenti rapporti firmati dall’ Arpa e dall’ Asl.

Una vera e propria emergenza sanitaria che ha reso necessario e inderogabile “adottare le necessarie misure volte a salvaguardare nell'immediatezza le condizioni igienico-sanitarie dell'area e la salute delle persone ancora presenti nell'insediamento nonché dei cittadini che vivono nelle zone circostanti”.

Sgombero Campo Nomadi di Roma: il plauso del Governo

In linea con le ultime dichiarazioni del vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini, lo sgombero è avvenuto così come previsto.

Bloccata, quindi, la proroga concessa di un solo giorno dalla Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo. La decisione di traslare lo sgombero a domani è stata superata data la motivazione stessa dello sgombero: un’emergenza igienico-sanitaria che ha un interesse preminente e preponderante su ogni altra valutazione del caso.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, plaude all’operato di questa mattina e, dal suo account twitter, scrive “È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!”.

È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!https://t.co/0lrPhjHTlO pic.twitter.com/9GII9EWwz5

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 26 luglio 2018

Dal Pd, è Matteo Orfini ad assumersi l’onere della contestazione.

Stanno sgomberando il Camping River.” – scrive su twitter il presidente del PD – “Senza dire nulla alle famiglie sulle soluzioni alternative, senza un progetto. Senza nulla se non la voglia di prendere voti umiliando i deboli. Questo sono la Raggi e Salvini. Non vogliono risolvere i problemi, vogliono diffondere l'odio".

Il comandante della Polizia Locale di Roma, Antonio Di Maggio, ha fatto sapere: “Noi metteremo un servizio H24 qui In modo consistente e per numerosi giorni, affinché l'area sia libera e si possa rispettare pedissequamente l'ordinanza della sindaca”.

Di Maggio ha poi aggiunto che al momento il campo è libero e nessuna persona è più lì dentro. Vicino al campo sgomberato si contano solamente alcuni rom con bambini che, a ondate, protestano, mentre fuori dai cancelli sono stati accatastati oggetti per dormire tra cui materassi, reti, coperte, passeggini.

La sistemazione dei nomadi dopo lo sgombero

Alcuni operatori dell’Ufficio Rom di Roma stanno studiando alcune possibili alternative ed eventuali soluzioni sul medio e lungo termine per il ricollocamento dei nomadi ospitati presso il Camping River, un piano a cui è possibile aderire entro il 30 settembre.

Ma i servizi sociali, impegnati alacremente a sostegno dei nomadi presenti nel campo, già da molto tempo stanno lavorando allo stesso obiettivo. Gli operatori della sala operativa sociale hanno già offerto accoglienza immediata e concreta con la possibilità di supporto e asilo presso le strutture del circuito capitolino. In questo modo, vengono preservati i nuclei familiari e tutelati i minori.

Al momento, il primo nucleo familiare di cinque persone è già stato trasferito presso una struttura di accoglienza offerta dal Comune di Roma. La stessa strada di accoglienza sarà seguita da altre 24 persone che abitavano l’ ex-Camping River di Roma. C’è anche, invece, chi ha deciso di seguire un altro iter: sono dieci persone che hanno rifiutato l’ accoglienza del Comune capitolino preferendo il rientro volontario assistito nel loro paese di origine. Queste persone vanno ad aggiungersi alle 14 già partite e ad altre 5 in procinto di lasciare l’Italia.

Tensioni durante lo sgombero del campo nomadi di Roma

Come era ovvio aspettarsi, lo sgombero non è stato indolore e ha portato a galla tensioni e malumori.

Un giovane rom presente nel campo, Florin di 31 anni, ha riferito: “Questa mattina sono venuti per buttarci fuori, ci hanno trattato come animali. – e ha aggiunto – “C'è stata violenza, hanno spinto le donne e usato lo spray al peperoncino su una signora. Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno è svenuto, le donne strillavano. Io sto andando a prendere la mia roba non so dove andrò”. A chi ha chiesto la situazione dei bambini, il ragazzo ha confermato che il trattamento dei bambini è stato calmo e nessuna violenza è stata usata contro di loro.

La smentita della Polizia Locale

Gli agenti della Municipale capitolina, di contro, hanno fatto sapere che le voci di presunte violenze sono totalmente infondate e che lo sgombero di Camping River si è svolto in modo del tutto pacifico.

Falsa sarebbe anche la notizia secondo la quale sarebbe stata fatta violenza sulle donne e usato spray al peperoncino anche perché, prima dello sgombero vero e proprio, sarebbe entrato nel campo rom il personale dei Servizi Sociali del Comune di Roma. Un’attività che è stata registrata in ogni minimo dettaglio per essere consegnata alla procura della Repubblica e che testimonia il rispetto e la correttezza adoperati verso uomini, donne e bambini in particolar modo, al fine di ridurre il più possibile ogni impatto emotivo negativo.