Sergio Marchionne era stato ricoverato all'ospedale universitario di Zurigo alla fine di giugno per un intervento alla spalla destra che prevedeva una convalescenza breve. Sembra, però, che qualcosa non sia andato per il verso giusto, e una certa preoccupazione ha cominciato a diffondersi quando, sul finire della scorsa settimana, il Gruppo FCA ha convocato una riunione straordinaria per decidere le nuove nomine con largo anticipo.
Da quel momento non sono giunti comunicati ufficiali sulle reali condizioni di salute del manager italo-canadese, ricoverato in terapia intensiva.
La mattina del 25 luglio, il silenzio tombale si è trasformato in un "rumore" tipico delle testate giornalistiche: "Sergio Marchionne è morto".
La presunta causa della sua morte
L'annuncio ufficiale della morte del "manager col maglione" è stato dalla Exor, la holding che controlla il Gruppo FCA: "È accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l'uomo e l'amico, se n'è andato". Il comunicato si è concluso con le parole del presidente John Elkann, il quale ha dichiarato che, per onorare al meglio la memoria del compianto dirigente, bisognerà continuare a seguire l'esempio che ha dato all'azienda: "coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore".
Infine è stato chiesto di rispettare la privacy della famiglia di Marchionne.
Secondo quanto riportato da Paolo Madron su "Lettera43", all'ex amministratore delegato di FCA sarebbe stato diagnosticato un sarcoma alla spalla. Prima di essere operato, i medici gli avrebbero indicato quali erano i rischi a cui sarebbe potuto andare incontro, trattandosi di un intervento piuttosto delicato.
Inoltre, pare che la situazione fosse ancora più complicata a causa di un problema alla tiroide che costringeva il dirigente ad assumere dei farmaci ogni giorno.
Dopo essersi sottoposto all'operazione, Marchionne sarebbe stato colpito da un'embolia, con l'equipe medica dell'ospedale svizzero che avrebbe cercato di rianimarlo fin da subito, ma nonostante ciò le sue condizioni sarebbero peggiorate rapidamente.
Infatti, pare che l'ex presidente della Ferrari fosse tenuto in vita artificialmente dalle macchine.
Tuttavia, secondo quando riportato da "Repubblica", "Il Messaggero" e altre fonti, il manager 66enne sarebbe deceduto in seguito a due arresti cardiaci che lo avrebbero portato ad una morte naturale. Ad ogni modo, ad oggi sulle reali cause del suo decesso non ci sono ancora certezze, poiché non sono giunti comunicati ufficiali né dai medici, e nemmeno dalla famiglia.
L'ultimo saluto e i funerali
L'ultimo saluto all'ex dirigente di FCA si terrà in forma privata, dunque niente funerali pubblici. Le aziende Exor, FCA, Cnh Industrial, Ferrari e Juventus omaggeranno Sergio Marchionne tra agosto e settembre con due cerimonie che si terranno, in giorni diversi, a Torino e a Auburn Hills, la città dove ha sede la Chrysler.
Riserbo più assoluto anche sul luogo in cui verrà officiata la cerimonia funebre: si ipotizza l'Abruzzo, terra natia del manager, ma anche il Canada, dove Marchionne da ragazzo si era trasferito con i genitori. Infine non si esclude l'ipotesi Svizzera, il Paese in cui è deceduto.
Il motivo del silenzio sulle reali condizioni di salute
In questi giorni, quando si è appreso delle "condizioni irreversibili" in cui versava Sergio Marchionne, gran parte dell'opinione pubblica si è chiesta perché così tanta riservatezza da parte della famiglia e dell'azienda. In un articolo de "Il Sole 24 Ore", è stato riportato che in Italia vige una normativa - dettata a partire dal 2016 dal regolamento UE n.596/2014 - che disciplina il cosiddetto "market abuse".
Stando a questa regola, le aziende possono ritardare la diffusione di notizie che potrebbero favorire delle operazioni di speculazione, o anche il trattamento illecito delle informazioni.
Nel caso di un amministratore delegato di un certo spessore come Sergio Marchionne che versa in gravi condizioni di salute, la società può sia procedere quanto prima alla diffusione pubblica dell'informazione privilegiata, sia (qualora vi siano tutti i presupposti previsti dalla legge), ritardarla almeno fino alla comunicazione della nomina di un successore.
Ricordiamo, infatti, che la notizia sui gravi problemi di salute di Marchionne, era stata comunicata dal presidente John Elkann con una lettera ai dipendenti, nella quale annunciava che Mike Manley era il nuovo amministratore delegato.
L'intervento di Manley: debito industriale azzerato
Proprio nel giorno della morte di Sergio Marchionne, il suo successore Mike Manley ha debuttato dinanzi alla comunità finanziaria, assicurando innanzitutto che tutti gli obiettivi previsti dal piano di sviluppo fino al 2022 sono stati confermati. Inoltre ha aggiunto che il debito industriale è stato azzerato e che si è proceduto con il taglio delle stime su ricavi e utili nel 2018.
Nonostante ciò, i mercati hanno risentito della scomparsa del manager italo-canadese, con il titolo FCA crollato a Piazza Affari del 15,5%. Non è andata meglio alla Ferrari (-2,19%), e nemmeno a Exor (-3,49%), mentre Cnh ha contenuto le perdite con un saldo negativo dello 0,27%.