Dopo il duro scontro tra lo scrittore e il ministro sono arrivate, come prevedibile, le denunce. Infatti il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha sporto una querela per diffamazione a mezzo social nei confronti di Roberto Saviano. Lo scrittore aveva criticato su Facebook l'operato degli uffici del Viminale, e dello stesso ministro riguardo ai provvedimenti adottati dagli stessi uffici sull'immigrazione. Lo scrittore aveva accusato il ministro di essere vicino ad ambienti mafiosi. Ora la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine proprio nei confronti dell'autore del romanzo Gomorra.
La Procura: 'atto dovuto'
Dagli organi giudiziari della Capitale lo definiscono "atto dovuto". Poiché che è stata presentata una denuncia a carico dello stesso scrittore le autorità ora devono accertare se il reato contestato dal leader della Lega sia o meno perseguibile come tale. Lo stesso ministro, nella sua denuncia presentata il 19 luglio alla Procura ha sottolineato come lo scrittore nelle scorse settimane abbia inveito contro il ministro e gli stessi organi del Viminale, addirittura definendo Salvini "ministro della malavita". Secondo Saviano infatti - come si legge anche nell'atto di denuncia presentato dallo stesso Premier e pubblicato interamente da Il Giornale - ci sarebbe un patto di non aggressione tra una nota associazione di stampo mafioso e il Viminale, e quindi lo stesso Salvini.
Tali affermazioni di Saviano hanno destato non poco scalpore e, visto che gli organi della Difesa e quindi l'intero ministero dell'Interno sono impegnati da sempre alla lotta alla malavita, tali dichiarazioni per il ministro sono, oggettivamente, calunniose e infamanti.
L'acceso dibattito tra i due contendenti, finito ora davanti agli organi giudiziari, era cominciato quando lo scrittore aveva pesantemente criticato il ministro circa le posizioni assunte sulla questione migranti e ultimamente anche quella sui rom.
Per Saviano, quanto messo in opera dagli organi del ministero è palesemente contrario allo spirito di accoglienza previsto dai trattati internazionali. Per Salvini invece, bisogna sì accogliere, ma avendo delle regole precise.
Il ministro: 'non ritiro la denuncia, ognuno si assumi la responsabilità di ciò che afferma'
Salvini inoltre dichiara che il comportamento e le affermazioni di Saviano non corrispondono al diritto di critica e cronaca sancito dalla Costituzione.
I post pubblicati da Saviano - si legge ancora nella denuncia del ministro - "mutano la verità storica e le circostanze di fatto sottese alla vicenda ed ingenerano all'evidenza un grave nocumento, data la portata oggettivamente dannosa e calunniosa per l'attività dell'Amministrazione". Lo scontro continua.