Uno studio scientifico, condotto in Olanda, si è concluso in tragedia: 11 bambini sono morti, 17 hanno riportato dei danni polmonari e a una quindicina di donne non è ancora dato sapere se i loro neonati nasceranno sani.
I medici sono costernati. Il dottor Ganzevoort, a capo della ricerca, riferisce di essere ''scioccato'' da quanto accaduto.
Come si è svolto l'esperimento
La ricerca è stata condotta dall'Università di Amsterdam a partire dal 2015 e, se non avesse avuto questo tragico epilogo, sarebbe proseguita per altri 5 anni, fino al 2020.
Lo studio intendeva dimostrare che, somministrando del Viagra alle madri, la placenta si sarebbe rinforzata, promuovendo lo sviluppo del feto.
Le pazienti che hanno preso parte all'esperimento, infatti, sono donne incinte a cui erano state diagnosticate in precedenza delle complicanze placentari.
Il farmaco, che è un potente vasodilatatore, avrebbe dovuto espandere i vasi sanguigni della placenta, in modo da permettere un maggior afflusso di sangue (e quindi di ossigeno) al bambino. Finora, le pazienti che si sono sottoposte alla sperimentazione sono 93, su un totale di 350 che la ricerca avrebbe previsto se non fosse stata prontamente sospesa.
Le conclusioni che si sono potute trarre sono devastanti, sia per i ricercatori che, soprattutto, per le madri. Undici neonati sono morti, diciassette hanno riportato problemi polmonari più o meno gravi e circa quindici donne, che non hanno ancora concluso il periodo di gravidanza, sono ancora in attesa di sapere se ci saranno altre vittime innocenti.
Il dottor Ganzevoort è sconvolto
''Sono scioccato''. Sono queste le parole che Wessel Ganzevoort, il medico che ha condotto la ricerca, ha pronunciato in un'intervista. ''L'ultima cosa che vorremmo è fare del male ai pazienti'', spiega il professore, sinceramente sconvolto per quando accaduto.
Nonostante l'obiettivo fosse provare l'esistenza di un metodo per favorire la crescita del bambino, nonostante nulla faccia pensare ad una mal gestione dello studio, è successo il contrario di ciò che si voleva dimostrare.
La causa concreta della tragedia sarebbe imputabile al fatto che il farmaco avrebbe apportato troppo ossigeno nei polmoni dei bambini, causando danni talvolta irreparabili. Inutile dire che, anche se lo studio ormai è stato interrotto, l'apprensione delle donne, che non sanno ancora se i loro figli nasceranno sani, continua.