Hanno tutti rivisto la luce del sole i 13 ragazzini che da due settimane erano intrappolati in una grotta in Thailandia. Dopo lunghe operazioni di soccorso, questa mattina sono stati tratti tutti in salvo. L'ultimo ad uscire è stato proprio l'allenatore dei piccoli calciatori. I navy seals thailandesi sulle loro pagine ufficiali hanno dato la tanto attesa notizia con un post in cui dichiarano: "non sappiamo se è stata scienza o miracolo, ma sono tutti fuori." Sia i ragazzi che il coach sono in buone condizioni di salute. Dopo il check-up ospedaliero e un breve periodo in osservazione per il rischio di infezioni finalmente potranno tutti riabbracciare le loro famiglie.

Grazie alle imponenti ed internazionali operazioni di ricerca, tutto è andato per il meglio. Una squadra di sub espertissimi, per l'impresa impossibile portata a termine oggi, è stata inondata da tantissimi complimenti. Le famiglie dei giovani hanno seguito tutte le operazioni passo dopo passo dal monitor all'esterno della grotta. Ora hanno avuto la possibilità di rivedere i loro figli dietro i vetri delle stanze d'ospedale per precauzione. Presto, potranno riabbracciarli e riportarli a casa. Ma, come sono finiti nella grotta i giovani calciatori e il loro allenatore? Ripercorriamo, brevemente la vicenda.

La dinamica degli eventi

Era il 23 giugno, quando un gruppo di calciatori e il loro allenatore venticinquenne si ritrovano per il consueto allenamento sportivo in vista delle partite.

A tarda sera, non vedendo rientrare i propri figli a casa, alcuni genitori preoccupati lanciano l'allarme. Le scarpette e le biciclette dei giovani vengono ritrovate vicino alla cavità di una grotta. A questo punto, ci si rende conto che il gruppo è rimasto intrappolato nella grotta. Ma perché? In Thailandia è la stagione delle piogge.

Proprio per ripararsi dalla pioggia, i piccoli calciatori si sono rifugiati nell'anfratto. A causa del rigonfiamento di un torrente però, non sono più riusciti ad uscire. Finalmente, il 2 luglio vengono tutti individuati vivi e in buone condizioni. All'inizio, si diceva che bisognava aspettare mesi per trarli in salvo, poi visto che l'ossigeno iniziava a scarseggiare, le operazioni di recupero si sono velocizzate.Tutto il mondo, ha seguito la vicenda dei giovani thailandesi con il fiato sospeso. Ora, dopo giorni di speranze, attese e paure, si può tirare un bel sospiro di sollievo. Ogni bambino può continuare a sognare e a divertirsi spensierato.