I narcos prendono a fucilate una chiesa e una Scuola a Rosario, in Argentina, per avvisare il parroco locale che cerca di sensibilizzare le forze di polizia contro il dilagante fenomeno della droga e dello spaccio. È un chiaro avvertimento quello che è arrivato il 23 settembre scorso alla parrocchia di María Reina e alla scuola adiacente alla chiesa. Gli investigatori di Rosario confermano che le due costruzioni sono state bersaglio di oltre dieci colpi d’arma da fuoco sparati proprio poco prima del sorgere del sole, domenica 23 settembre. Erano, circa, le 4 del mattino, ora locale.

L'avvertimento avrebbe anche un motivo: da settimane, fino a poche ore prima, il sacerdote don Juan Pablo Núñez, aveva lanciato tantissimi appelli alle forze dell'ordine per contrastare la piaga del narcotraffico. Il prelato denunciava da mesi, quasi tutti i giorni, la situazione di assurda violenza a cui vengono sottoposte quotidianamente le popolazioni del Barrio Larrea.

Narcos: fucilate alla chiesa e alla scuola, dieci colpi

Don Juan Pablo Núñez, che opera in quei territori da poco meno di cinque anni, è un nemico giurato dei narcotrafficanti sollecita e indirizza le autorità a muoversi per risolvere le terribili situazioni di spaccio di droga che flagellano le strade di quei quartieri poverissimi.

Orami da settimane il prete lanciava continui appelli tramite giornali, radio, siti web. A quanto pare, il gruppo di narcotrafficanti che opera in quella determinata fetta di territorio non ha per nulla gradito le denunce e le sollecitazioni del padre e, dopo aver organizzato un commando, è passato direttamente all'avvertimento armato.

Oltre dieci sono stati i colpi di proiettile sparati contro la parrocchia e la scuola, che è praticamente attaccata alla chiesa. Padre Núñez non ha paura e non si ferma e continua a chiedere a gran voce interventi rapidi alle autorità del Ministero della Sicurezza. Purtroppo, in quei territori esiste un problema ben più grande: il dilagare della corruzione anche all’interno degli organismi di polizia.

L’idea del centro recupero tossicodipendenti, poi chiuso

Come se nulla fosse successo, domenica 23 settembre, cioè poche ore dopo la sparatoria, don Juan Pablo Núñez ha regolarmente celebrato la messa nella sua parrocchia ferita, ma cola di fede. Tanti i fedeli presenti, come ogni domenica. Erano tutti scioccati di vedere quei proiettili infilati nell'altare. Infatti, se è vero che la maggior parte delle pallottole hanno crivellato la porta d'ingresso, è altrettanto vero che altri bossoli hanno colpito altare. Núñez è un uomo deciso, uno di quelli che si dà da fare. E questo gli causa spesso antipatie con i potentati del luogo. Appena era stato nominato parroco, aveva inaugurato un centro di recupero per tossicodipendenti e, di conseguenza, era stato minacciato più e più volte.

Ovviamente, non era gradita una struttura che curava le persone aiutandole ad allontanarsi dalla droga. Alla fine, il parroco ha dovuto chiudere il centro di recupero, perché i ragazzi che lo frequentavano erano letteralmente terrorizzati dalle continue minacce del gruppo locale dei narcos.