Una vera e propria tragedia si è consumata in Lombardia lo scorso 1 settembre, precisamente a Lallio, un piccolo comune della provincia di Bergamo. Un ragazzo di appena 24 anni, Giovanni Scanzi, ha perso la vita a seguito di un incidente stradale. Secondo quanto si apprende dal quotidiano Il Messaggero, il giovane stava attraversando la strada provincial a piedi, lontano dalle strisce pedonali. Insieme a lui anche il padre di 64 anni, Massimo Scanzi. I due sono stati investiti in pieno da un'autovettura, per la precisione una Fiat 500. Per Giovanni non c'è stato nulla da fare, il genitore invece si trova ricoverato in terapia intensiva e lotta tra la vita e la morte.

La dinamica

Sono le 21.30 circa di sabato 1 settembre quando Giovanni e Massimo Scanzi arrivano insieme a Lallio a bordo di una Ford Kia. Si trovano nel piccolo comune per recarsi in un'autocarrozzeria, dove avevano lasciato in riparazione un'altra vettura. Una volta scesi dall'auto parcheggiata ai bordi della strada, cercano di attraversare per raggiungere l'officina, ma lo fanno a circa un centinaio di metri dal passaggio pedonale. Non si sarebbero neanche accorti della Fiat 500 che è sopraggiunta in quel momento, alla cui guida si trova un uomo di 34 anni originario della provincia di Lodi. L'impatto è tremendo, padre e figlio vengno sbalzati per alcuni metri. Il conducente dell'auto si ferma e scende in visibile stato di choc, mentre alcuni passanti chiamano i carabinieri.

Sul posto arrivano i militari e due ambulanze. Le condizioni di Giovanni sembrano subito disperate, vengono trasferiti entrambi in ospedale dove il giovane morirà poco dopo. Massimo Scanzi è tutt'ora ricoverato in gravissime condizioni.

Il sogno di diventare un grande chef

L'uomo che ha investito Giovanni Scanzi causandone la morte è stato sottosposto agli esami tossicologici ed al test alcolemico.

Sono risultati negativi, ma non si esclude che andasse ad una velocità maggiore rispetto al limite di 50 kmh di quel tratto di strada. Per il momento il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Nicola Preteroti. Giovanni lavorava come cuoco presso il Bù Cheese Bar di Bergamo ed aveva un grande talento tra i fornelli.

Il suo sogno era quello di diventare un grande chef. Oggi il locale è rimasto chiuso per lutto, i funerali del giovane si sono tenuti questo pomeriggio presso la chiesa parrocchiale di San Gallo, a San Giovanni Bianco, sempre nella provincia di Bergamo.