In un agosto che sicuramente ricorderemo per avvenimenti drammatici come il crollo del Ponte Morandi, la tragedia degli escursionisti travolti da un torrente in Calabria e l’esplosione sull’autostrada di Bologna, ancora una volta le polemiche non sono mancate, purtroppo, sul tema migranti. Sfollati, morti, tragedie, concessioni da rivedere e infrastrutture pericolosamente instabili, sono passati in secondo piano grazie al braccio di ferro sull’ennesima nave carica di migranti. Lo scontro tra Italia e Ue ci ha tenuti con il fiato sospeso a colpi di minacce e accuse e si è poi concluso con l’ennesimo nulla di fatto sul piano di una politica europea condivisa sul tema accoglienza.
È stato, infatti, solo grazie all’intervento della Cei, dell’Albania e dell’Irlanda che, il 25 agosto, la reclusione forzata dei rifugiati sulla Diciotti ha avuto un “lieto” fine. Una vicenda che, anche secondo il premier Giuseppe Conte, oscura il percorso fatto fino ad ora per l’immigrazione.
L'arrivo a Rocca di Papa dopo lo sbarco, tra scontri e polemiche
La quota di migranti presi in carico dalla Ce, tutti maggiorenni, è stata trasferita in un centro di accoglienza a Rocca di Papa, in un clima di proteste, alcune contro e alcune a favore, del loro arrivo. Ma tutti erano pronti, tra politici, abitanti di Rocca di Papa, volontari, giornalisti, a dire la loro sull’episodio, cavalcando il momento e trasformando l’accoglienza di persone distrutte da guerre, violenze, e una permanenza in mare infinita in un evento per mettersi in luce.
Solo il Papa, sempre pronto a ricordarci di accogliere il prossimo in difficoltà a braccia aperte, ha voluto contribuire direttamente al benessere di queste povere anime, mettendo mano al portafoglio e regalando, pensate, dei gelati.
La fuga nei giorni scorsi
Ad oggi, giovedì 6 settembre, 50 di quei migranti sono spariti e hanno fatto perdere le loro tracce.
A darne comunicazione il Viminale che, dopo aver specificato che il dato è ancora in aggiornamento, ha sottolineato che “per legge queste persone hanno libertà di movimento”.
"Più di 50 degli immigrati sbarcati dalla Diciotti erano così "bisognosi" di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire!
Ma come, non li avevo sequestrati?” ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “È l'ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono "scheletrini" che scappano dalla guerra e dalla fame. Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi”, ha aggiunto. La fuga, definita gravissima da molti esponenti del centrodestra, rischia di dare nuova luce alle politiche anti-migratorie del governo e di trasformare il caso Diciotti in un arma contro l’Ue e l’accoglienza.
L'opinione della Cei
Non la pensa così il presidente del Cei Gualtiero Bassetti che, in un’intervista all’Avvenire, ha ribadito come l’Italia sia spesso per queste persone un paese di passaggio.
“Non ho nulla da rimpiangere circa quanto abbiamo fatto per accoglierli e toglierli dalla nave Diciotti - ha spiegato il cardinale - la nostra coscienza su questo punto è tranquilla. Sono persone libere, non possiamo andare oltre certi tipi di assistenza. Non possiamo chiamare i carabinieri in modo da farli vigilare perché non scappino. Se facessimo così, li metteremmo nelle stesse condizioni di quand'erano chiusi nella nave".