Sono giorni importanti per l'archeologia. Dopo la notizia del ritrovamento di un antico forziere, che potrebbe contenere un tesoro del valore di decine di milioni di euro all'interno della nave italiana "Re D'Italia", affondata nel 1886 al largo delle coste croate, da Como giunge un'altra notizia sensazionale. Durante dei lavori per la costruzione di una palazzina, precisamente in via Diaz, nel pieno del centro storico comasco, è stata rinvenuta mercoledì scorso, 5 settembre, un'anfora romana piena di monete d'oro. Si stima che il valore del ritrovamento potrebbe superare il milione di euro.
La scoperta
Gli operai di una impresa edile locale, in questo periodo stanno lavorando alla costruzione di una palazzina in sostituzione dell'ex Teatro Cressoni, in pieno centro storico, come detto. Mercoledì pomeriggio i lavori procedevano spediti, quando all'improvviso, durante lo scavo di una trincea di fondazione, gli archeologi presenti presenti agli stessi lavori hanno immediatamente fermato le ruspe. Sotto uno strato di terra, era visibile la sagoma di un grosso manufatto. Procedendo, come solitamente si fa in questi casi, con molta accuratezza, il reperto è stato portato alla luce: si trattava di una bellissima anfora in pietra ollare (materiale caratteristico della zona alpina). La sorpresa è avvenuta poco dopo, quando è stato esaminato il contenuto del prezioso manufatto, che conteneva tantissime monete d'oro.
Il ritrovamento è avvenuto in quella che in antichità, era conosciuta come la zona del foro di Novum Comun, nome con il quale la stessa Como era conosciuta in epoca romana. Tale spazio era il centro della vita cittadina in antichità.
Datazione difficile
Al momento sarebbe difficile datare con precisione il reperto. Le monete infatti sono corrose, e necessitano di un accurato restauro e uno studio approfondito da parte degli esperti numismatici.
L'area del ritrovamento è stata ora circoscritta, in modo da poter continuare le indagini nella zona anche durante i lavori. Sulla scoperta è intervenuto il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che a Repubblica ha dichiarato come non si conoscano ancora i dettagli del ritrovamento, e di come, l'area del Teatro Cressoni, stia rivelando un potenziale archeologico notevole.
Soddisfazione è stata espressa anche dalla Soprintendenza Archeologica locale, in particolare dal direttore Luca Rinaldi. Il prezioso manufatto archeologico è stato trasferito presso i laboratori di restauro del Mibac di Milano.