L'Istituto geofisico indonesiano, tramite il suo portavoce Hary Tirto Djatmiko, ha reso noto l'evento sismico di magnitudo 7.5 della scala Richter che ha colpito l'arcipelago di Sulawesi, al quale è seguito un potente tsunami che si è riversato sulla capitale dell'arcipelago, Palu.
Anche la televisione locale ha mandato in onda un video amatoriale in cui si vede l'enorme ondata che travolge la città, mentre la popolazione urla e tenta di fuggire. Oltre a Palu, la serie di onde anomale alte fino a sei metri, ha travolto anche la città di Donggala, situata nello stesso gruppo di isole, distruggendo tutte le case.
Secondo le forze dell'ordine indonesiane le vittime accertate sarebbero cinque, ma non è chiaro se le morti siano state provocate dal Terremoto o dallo tsunami. Tempo fa l'allerta tsunami era stata rimossa, come riferito dal referente dell'ente relativo ai disastri ambientali, Sutopo Purwo Nugroho: l'allerta permaneva sin dal dicembre 2004, quando il disastroso sisma di magnitudo 9.1 nel mare di Sumatra originò il peggior tsunami mai ricordato, che causò la morte di 230mila persone.
Soccorsi ostacolati
In queste ore stanno arrivando i primi soccorsi, resi lenti dalla mancanza di luce elettrica e di reti di telecomunicazioni, per cui è anche difficile stabilire un primo bilancio corretto delle vittime e dei danni.
Il portavoce dell'agenzia per i disastri ha comunicato che gli ostacoli ai soccorsi si protrarranno fine alle prime luci dell'alba. Solo domani mattina arriverà il grosso del sistema operativo nazionale che comprenderà un aereo militare da trasporto, un Hercules, per trasbordare i feriti ed evacuare le aree a rischio.I feriti e gli sfollati per ora rimarranno senza assistenza ed è anche impossibile allontanarsi da Palu per via aerea, dal momento che l'aeroporto è chiuso.
Prima della scossa che ha generato lo tsunami erano stati avvertiti in settimana altri eventi preparatori localizzati soprattutto nei pressi di Donggala, che hanno raggiunto in un'occasione la magnitudo 6.1, uccidendo una persona e ferendone dieci. La città, in cui vivono 300mila persone è al centro di un anello sismico in cui rientra tutto l'arcipelago, detto l'anello di fuoco, che la rende soggetta a continui terremoti e successivi eventi di tsunami.
Il maremoto del 2004
Il panico è stato immediato anche perché in questa parte del mondo si vive con il terrore dello tsunami. Basti ricordare la terribile strage causata dal maremoto localizzato nell'Oceano Indiano del 26 dicembre di 14 anni fa, provocato dal movimento della placca indo-asiatica. Lo tsunami, che ha causato centinaia di migliaia di morti, fu provocato da un violento terremoto di magnitudo 9.1, il terzo più forte al mondo negli ultimi 60 anni, dopo il sisma cileno di Valdivia e quello in alaska del '64. Lo tsunami asiatico si originò nel giro di poche ore e causò uno dei disastri naturali più violenti mai registrato, coinvolgendo un'area vastissima, quasi tutto il sud-est asiatico.