Per la prima volta nella storia del Kazakistan, verrà praticato il trattamento della castrazione chimica su un uomo condannato per pedofilia. Per i suoi crimini sessuali compiuti, infatti, verrà sottoposto alla castrazione e sarà dunque il primo caso che avverrà nel Paese asiatico dopo che era stata approvata una norma che prevede condanne esemplari per coloro i quali compiono abusi sessuali nei confronti di minorenni. Secondo quanto riferisce il noto sito Fanpage.it, infatti, il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, ha voluto investire molto denaro per finanziare la pratica.

La prima castrazione chimica in Kazakistan

La prima vittima di castrazione chimica sarà un uomo originario della regione del Turkestan, che nel suo passato è stato condannato per violenze sessuali nei confronti di minori. Nei prossimi anni, però, anche altre centinaia di persone responsabili dello stesso reato potrebbero essere trattate allo stesso modo. Il Paese ha infatti acquistato ben duemila dosi del farmaco che inibisce la potenza sessuale, in quanto la castrazione chimica avviene attraverso una cura ormonale che va ad agire sui livelli di testosterone.

I paesi in cui è possibile applicare la castrazione chimica e le dichiarazioni di Maria Grazia Giannichedda

Questo tipo di tecnica venne inizialmente messa in atto come misura temporanea nei confronti di pedofili, soprattutto per i recidivi, nel caso in cui lo prevedesse il codice penale del paese, applicandolo come parte della pena.

Anche in Italia i dubbi sull'applicazione o meno della castrazione chimica creano spesso discussioni molto accese. Il farmaco viene assunto per via sottocutanea e quello che viene maggiormente utilizzato è il Depo Provera. L'effetto del farmaco ha una durata che può andare dai venti giorni ai tre mesi. Tuttavia, secondo la sociologa dell'Università di Sassari, Maria Grazia Giannichedda, al momento pare che non ci sia certezza che il trattamento possa avere tali effetti.

Nel frattempo, però, in paesi come la Francia, il Belgio, la Germania, la Svezia, la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca, la castrazione chimica è già attuabile a patto che ci siano determinate condizioni. In Italia, invece, per il momento si continua a rispettare la norma secondo la quale nessun uomo può essere obbligato ad un trattamento sanitario che violi i limiti imposti dal rispetto della persona umana.