Il padre di una ragazza di 14 anni di origini cingalesi, nei giorni scorsi, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Lecce con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. La notizia è stata diffusa dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno e fa riferimento ad una triste vicenda che ha già riempito, in passato, le pagine di cronaca locale. La giovane, infatti, qualche mese fa si era procurata dei tagli ai polsi. Poi, si è scoperto che all'origine di quel disperato gesto autolesionista non c'erano "semplici" dissidi famigliari (il genitore le aveva sequestrato lo smartphone), ma una promessa di matrimonio stipulata 4 anni prima.

Promessa sposa a 10 anni

Lo scorso aprile. il padre aveva tolto il cellulare alla figlia quattordicenne e la ragazzina aveva reagito malissimo: si era procurata addirittura dei tagli al polsi. Un gesto autolesionista che non aveva avuto gravi conseguenze dal punto di vista fisico, ma che era sintomo di un fortissimo disagio e di un profondo malessere.

La giovane, infatti, qualche tempo dopo, tra le lacrime, aveva confidato ad un'insegnante cosa l'aveva spinta a tentare il suicidio. Si era così, scoperto che l'uomo le aveva "sequestrato" lo smartphone perché era preoccupato che la ragazzina incontrasse in chat qualcuno, che in un modo o nell'altro, mandasse a monte il suo "piano". Il cingalese, infatti aveva promesso in sposa la figlia quando aveva solo 10 anni.

Il matrimonio si sarebbe dovuto celebrare nel loro paese d'origine, in Sri Lanka.

La decisione del Tribunale ed il ricorso della famiglia

Il Tribunale per i Minori di Lecce, qualche mese fa, dispose l'allontanamento della quattordicenne dalla famiglia. La ragazzina, si ritrovò, così, ospite di una comunità familiare. I suoi genitori, però, non accettarono questa decisione e, determinati ad educarla nel rispetto della cultura cingalese, in agosto le organizzarono la "Festa del menarca",per celebrare, secondo le loro tradizioni, il passaggio della ragazza all'età fertile.

Anche in questo caso, il giudice era intervenuto vietando alla minorenne la partecipazione all'evento: quel momento, infatti, avrebbe potuto coincidere con l'ufficializzazione della promessa di matrimonio. Una promessa, ricordiamo, vincolante per la legge cingalese ma ovviamente vietata da quella italiana,

I genitori, avevano contestato la decisione del Tribunale dei Minori e si erano rivolti all'ambasciata cingalese invocando la Convenzione di New York relativa ai diritti del Fanciullo che obbliga, a loro dire, gli Stati firmatari a rispettare la cultura e le tradizioni della terra di origine dei minori.

Ora, dopo che Gip ha chiesto un incidente probatorio per cristallizzare la delicata deposizione della quattordicenne, il padre è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lecce. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia.