Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha lasciato in eredità il dolore di decine di morti, ma anche il dramma di centinaia di sfollati. Sono loro che, dopo aver mantenuto il massimo rispetto per chi è stato più sfortunato di loro, alzano la voce e chiedono rispetto. Pretendono di non essere "trattati da cani", come ritengono che in questo momento qualcuno stia facendo. Chiedono che non vi sia un osso da buttargli, ma una soluzione efficace. Qualcosa che possibilmente possa limitare i disagi di nuclei familiari che hanno perso la casa e hanno da badare, in alcuni casi, a quattro figli piccoli.

Gli sfollati chiedono risposte concrete

Nel giorno in cui il Consiglio Comunale di Genova e il Consiglio Regionale della Liguria si riuniscono per discutere della loro sorte non mancano i momenti di tensione e la necessità di placare gli animi di chi vorrebbe accedere a quella riunione per far valere le proprie ragioni.

C'è chi vorrebbe riprendersi gli effetti personali in quelle case ormai disabitate ed anche qualcuno che distribuisce dei volantini. Si tratta di fogli in cui il messaggio di chi si sente vittima è eloquente: "Quelli di Ponte Morandi, 50 anni di servitù, due settimane di disagi e sofferente, rivogliamo un futuro" Alla fine la loro forma di protesta ha avuto come successo quello di poter far accedere una delegazione ai locali in cui si è tenuta la riunione congiunta dei due organi. Chiedono risposte concrete, vogliono capire come potranno costruire il loro futuro e si sentono danneggiati, oltre che vittime di Autostrade che da anni li avrebbe prese in giro sulla sicurezza. A rivelarlo, in questo video di Aska News, è il portavoce..

Continua lo scontro Di Maio-Toti: 'Ministro aumenti i soldi, noi siamo d'accordo'

Di Maio, nelle ultime ore, ha dichiarato che nei loro confronti dovranno cessare le elemosine. Il vice premier ha fatto sapere che presto l'impegno concreto si tradurrà in un decreto urgente affinché si possano reperire risorse sufficienti a ridare una casa a chi l'ha perso.

Di Maio ha evidenziato come le proteste rappresentino la giusta forma di dissenso rispetto a ciò che, fino ad ora, non è stato fatto. C'è una risposta che arriva dal Presidente della Regione Liguria che, con messaggio diretto a Di Maio, risponde a tono. Toti chiede al Ministro del Lavoro se, per caso, fosse stato a Genova negli ultimi tempi, considerato che tutti gli sfollati, secondo il Governatore, avrebbero già avuto un alloggio pubblico a tempo di record, grazie a Comune e Regione. "I soldi che ricevono - prosegue - sono quelli stabiliti dal Governo. Se pensa che siano pochi li aumenti subito, noi siamo d'accordo".