"Ho sbagliato, non voglio essere difeso, pagherò, ma dovevo mettere fine a questa storia". Così l'ex operaio, ora disoccupato, Roberto Pappadà residente a Cursi (Lecce) ha confessato il triplice omicidio compiuto venerdì sera in tarda serata. Le vittime sono Franco e Andrea Marti, padre e figlio, morti sul colpo, e la zia di Andrea, Maria Assunta Quarta, deceduta poco dopo il ricovero nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce a causa delle gravissime ferite riportate all'addome. Fuori pericolo di vita la madre di Andrea, che resta ricoverata nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Tricase, in provincia di Lecce.

La ricostruzione della strage

Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso autore della strage, Pappadà si sarebbe procurato illegalmente una pistola per attendere il rientro a casa delle vittime, poco dopo le 23:30 di venerdì sera. Andrea Marti sarebbe giunto in auto insieme alla fidanzata, alla quale Pappadà avrebbe intimato di allontanarsi prima di esplodere due colpi contro il 36enne, colpendolo alla testa e al petto. All'arrivo dell'auto con a bordo Franco Marti insieme alla moglie e alla cognata, Pappadà avrebbe sparato ancora sui tre passeggeri, ma solo la madre di Andrea è riuscita a salvarsi dandosi alla fuga.

Immediato l'intervento dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Maglie ai quali Pappadà si è consegnato senza opporre resistenza.

Il movente

Alla presenza del magistrato e del proprio avvocato, Pappadà ha fornito la ricostruzione della vicenda nell'interrogatorio svoltosi all'alba di sabato. Ha raccontato di aver agito per disperazione, dopo un anno e mezzo di soprusi subiti. Non riusciva più a tollerare che i vicini continuassero ad occupare il parcheggio vicino alla sua abitazione, nonostante le sue lamentele e i tentativi di mediazione.

L'importanza di quel parcheggio per Pappadà è da ricondursi alle esigenze della sorella disabile che accudiva.

Il comandante dei vigili urbani di Cursi, Luigi Epifani, riferisce che più volte era stata offerta a Pappadà la possibilità di avere un parcheggio riservato per portatori di handicap nei pressi della sua abitazione, proposta che l'uomo aveva rifiutato sostenendo che non fosse necessario perché la strada era sufficientemente grande da permettere a tutti di parcheggiare.

Pappadà è attualmente accusato di triplice omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.