Non è una giornata come le altre, questo mercoledì 11 settembre, per gli Stati Uniti. In una giornata di lutto in cui si ricorda l’attentato alle Torri Gemelle, un evento che ancora oggi ci lascia sgomenti e profondamente addolorati, gli abitanti della Carolina non hanno tempo per commemorare le vittime ma hanno sicuramente tempo per riflettere sulla fragilità della vita umana. A ricordarglielo è l’uragano Florence, classificato di categoria 4, che si prepara a colpire oltre 320 km di costa nei prossimi giorni. Il presidente Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza per la Carolina, sia del Sud che del Nord, attivando così le forze federali.
“Il mio team mi ha appena informato che questa è una delle peggiori tempeste che abbiano colpito la costa orientale negli ultimi anni - ha twittato Trump nella serata di ieri - per favore preparatevi, state attenti e state al sicuro”.
Forte il rischio di inondazioni
L’uragano Florence, secondo l’ultima comunicazione del National Hurricane Center arrivata alle 21 di ieri (ora locale) i venti hanno raggiunto una media di 220 km orari. Sono previsti nubifragi, oltre 50 centimetri di pioggia in alcuni punti, e un preoccupante innalzamento livello del mare che, secondo la Ferma (l’agenzia federale di gestione delle emergenze), è potenzialmente letale. Più che i venti infatti il vero pericolo sono le possibili inondazioni causate dalla pioggia.
Autorità e cittadini sono al lavoro
Gli effetti dell’uragano arriveranno sulla costa ben prima dell’occhio del ciclone. Le autorità sono infatti al lavoro da giorni per coordinare le evacuazioni, ispezionare il drenaggio delle le acque piovane e le fognature, mentre i cittadini non evacuati sono al lavoro per raccogliere scorte e proteggere finestre e porte.
La Marina degli Stati Uniti ha ordinato a 30 navi da guerra di salpare dalla principale base navale della costa orientale, Norfolk, per evitare la tempesta.
Florence non è solo
L’arrivo è comunque previsto per giovedì, mentre tra oggi e domani si scontrerà con le Bahamas e le Bermuda. Ma non è tutto, purtroppo. Florence è infatti seguito da altri due uragani in arrivo dall’Atlantico, Helene e Isaac, ora in viaggio verso le Piccole Antille ad una velocità di 165 e 120 km orari.
Sembra un déjà-vu: era infatti solo l’anno scorso, il 2017, quando i tre uragani Harvey, Irma e Maria causarono migliaia di morti nei Caraibi e nel sud-est degli Stati Uniti. Speriamo solo che questa volta la vicenda abbia un finale diverso.