Jennifer Rudemyer non ha retto alla fine della storia d’amore durata, tra alti e bassi, per ben otto anni. Quando il suo compagno, il sessantenne medico Gaston Perez, le aveva fatto capire che ormai non c’era più nulla da fare e che sarebbe stato meglio troncare i rapporti una volta per tutte, la 39enne, insegnante in una scuola media della Carolina del Sud, ha perso la testa. Infatti, negli ultimi tempi, la donna era diventata una stalker ossessiva al punto di spingere l'ex a chiedere una mistura restrittiva al tribunale.

Nonostante ciò la docente non si è arresa.

Verso le 18:15 di martedì 4 settembre ha deciso di farla finita ad Hilton Head Island sparando cinque colpi contro l’uomo. Successivamente la docente ha puntato la pistola contro se stessa e si è tolta la vita.

La misura restrittiva contro Jennifer Rudemyer non era ancora entrata in vigore

Jennifer è morta sul colpo mentre il suo ex è riuscito a salvarsi e adesso è ricoverato in terapia intensiva a causa delle diverse ferite da arma da fuoco alle mani e al petto. Solo poche ore prima della sparatoria le autorità giudiziarie avevano firmato l’ordine restrittivo nei confronti della donna richiesto da Gaston, ormai esasperato dalle continue attenzioni di chi non sembrava volersi rassegnare al suo addio.

Tuttavia questa misura non era stata ancora attuata e se la macchina burocratica si fosse mossa più velocemente si sarebbe potuto evitare il tragico epilogo.

Gli inquirenti americani hanno scoperto che, solo pochi minuti prima del loro ultimo incontro, i due si erano scambiati alcuni sms in cui la professoressa, senza anticipare nulla di quello che avrebbe fatto poco dopo, parlava del processo spiegando di non essersi presentata in udienza perché certa dell’esito a lei sfavorevole.

La confessione dell'insegnanate ad un’amica

Alcuni dei conoscenti di Jennifer, dopo la sua morte, hanno dichiarato che questo gesto era prevedibile e che quindi la docente poteva essere fermata. Infatti già a fine agosto si era confidata con una sua amica, Lauren Church, anticipandole l’intenzione di voler uccidere chi le aveva provocato tanto dolore per poi togliersi la vita.

Spaventata da queste parole, la donna aveva chiamato in forma anonima la polizia per dare l’allarme e fare in modo che Jennifer fosse messa sotto controllo.

Gli agenti avevano fatto visita alla professoressa trovandola a letto completamente ubriaca. Nonostante le sue rassicurazioni sul proprio stato di salute gli uomini delle forze dell’ordine erano riusciti a convincerla a fare dei controlli in ospedale ma la questione si era chiusa lì. Adesso Lauren non si dà pace e ripete a se stessa che quello che è accaduto è ancora più straziante perché poteva facilmente essere prevenuto. In fondo bastava che le autorità prestassero maggior attenzione al suo allarme oppure che fossero stati più rapidi i tempi di attuazione della misura restrittiva nei confronti di Jennifer.