Se vuoi il Lavoro, devi pagare. In sostanza sembrava questo il motto di due cittadini stranieri, rispettivamente di 50 e 25 anni, originari del Bangladesh. Gli stessi erano stati assunti come responsabili dell'assunzione del personale presso una ditta che si occupa di manutenzione stradale, in provincia di Varese, e precisamente nella zona di Gallarate-Busto. Questa mattina gli agenti della squadra mobile di Gallarate hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli aguzzini: l'accusa nei loro confronti è di estorsione.

Le indagini

Gli investigatori hanno cominciato ad indagare sul caso, quando, qualche tempo addietro, un lavoratore della ditta (anch'esso straniero), ha denunciato alla Polizia le dubbie modalità di assunzione di alcuni dipendenti. Gli inquirenti non hanno perso tempo e hanno cominciato l'indagine, che ha portato ad una ricostruzione dei fatti quanto mai eloquente. Secondo quanto ricostruito dai militari infatti, i due costringevano gli aspiranti operai che richiedevano un contratto di lavoro presso la nota azienda, a pagare delle cifre esorbitanti. Le stesse andavano da un minimo di qualche centinaio di euro, fino a mille euro. Non solo: una volta assunti con regolare contratto, gli operai erano tenuti a versare circa il 40% del loro stipendio proprio ai due responsabili delle assunzioni.

A coordinare le indagini della Polizia, c'erano i due sostituti procuratori di Busto Arsizio (Varese), Francesca Gentilini e Martina Melita.

L'arresto

Come si apprende dalla testata giornalistica locale, Varese News, nelle prime ore del mattino di oggi i poliziotti si sono recati presso la sede dell'azienda, e hanno tratto in arresto i due malfattori.

Sul posto, oltre ai poliziotti del comando di Gallarate, anche gli ispettori del lavoro, che in queste ore stanno setacciando tutta la documentazione possibile per documentare i reati contestati. Inoltre si dovranno chiarire tutte le modalità di assunzione dei lavoratori dell'azienda e vagliare la regolarità dei contratti. Non è escluso che qualche dipendente della ditta possa essere ascoltato per raccogliere maggiori informazioni.

Per i due responsabili delle assunzioni si sono aperte quindi le porte del carcere di Varese, dove attualmente sono a disposizione dell'autorità giudiziaria. Saranno ascoltati nelle prossime ore, in cui si dovrebbe anche convalidare il fermo.