È ancora viva la discussione sul servizio sul "Festival di Yulin: il mercato della carne di cane" dell'inviata Giulia Innocenzi, mandato in onda il 3 ottobre, da "Le Iene". Il tema in questione ha assunto le proporzioni di un vero e proprio fenomeno mediatico, facendo scalpore con contenuti e immagini a cui non siamo abituati. Sul web non si legge che "Festival di Yulin", e si abbinano instantaneamente quelle immagini di cani chiusi in gabbia.
Il servizio è dedicato ad una "tradizione" della cultura orientale a noi ignota, e cioè la pratica della macellazione dei cani e dei gatti per ricavarne carni "pregiate".
L'idea de Le Iene nasce in particolare in funzione del "Festival di Yulin", ricorrenza che si tiene in Cina, dal 21 al 30 giugno.
Il sadico spettacolo di Yulin
Il filmato, oltre a trattare un argomento inconcepibile per la nostra cultura, dato il ruolo che ha un animale come il cane, è fin troppo realistico, con immagini crude; si vede la carne da macello in giro (naturalmente, i contenuti eccessivi sono stati oscurati durante la messa in onda). Sembra quasi aver ricostruito una "sceneggiatura" tendente all'horror o all'esagerazione: nel raccontare come si svolge l'evento, vengono infatti mostrati cani e gatti schiacciati gli uni sugli altri in gabbiette inquietanti, nell'attesa del loro destino.
I cani stessi, oltre ad essere logicamente affetti da infezioni di vario genere, a causa delle condizioni in cui vivono, non fanno che "parlare con gli occhi ", quasi trasudando una sofferenza ormai rassegnata alla follia dell'essere umano. Ma quando arriva il cliente, e si torna allo scopo del mercato, si assiste al massacro vero e proprio dell'animale.
Se i cani vengono tenuti "in mostra" ancora vivi, è proprio per dare spettacolo, per renderla a tutti gli effetti una tradizione popolare; infatti i mercanti prelevano l'animale e poi lo torturano a morte.
È quindi ovvio che il pubblico resti impressionato e segnato emotivamente: questo ha generato lo scandalo, che oltre a "regalare" migliaia di visualizzazioni al video de Le Iene, ha anche gettato il programma nella bufera, tra commenti e critiche.
Gran parte del pubblico però si è mosso coerentemente in una direzione: come emerge dal web, molti hanno espresso opinioni negative sul comportamento della giornalista, che sin dall'inizio del video ha ridacchiato diverse volte, quasi come se non avesse colto a pieno il contesto in cui si trovasse. Tra questi non potevano mancare gli animalisti, che si sono sentiti i principali destinatari del servizio.
Giulia Innocenzi e 'il mercato dei cani': la replica su Instagram
La giornalista avrebbe avuto inevitabilmente la responsabilità di un simile servizio, e dopo i tanti commenti circolanti su Internet, si fa viva, e sceglie Instagram per rispondere. Lascia infatti un lungo commento in cui sostiene di non aver preso affatto con leggerezza la questione, che anzi l'ha scossa molto psicologicamente, nonostante le apparenze.
Inoltre la Iena non poteva non mettere in luce il ruolo dell'associazione Action Project Animal di Davide Acito, che è intervenuta direttamente, aprendo un centro di salvataggio per questi animali. L'associazione ha offerto un'alternativa all'unica via che si prometteva a quei cani, e a contribuire è stata anche la stilista Elisabetta Franchi, che è molto legata alla questione; la stilista aveva detto la sua, giudicando il comportamento della giornalista, e dietro di lei del programma, come "vergognoso e gravissimo". Secondo la sua opinione, l'oggetto di questo servizio va al di là della notizia, ed è qualcosa su cui non si può "speculare".
Il consumo della carne di cane: inciviltà o tradizione?
Si dice anche "sgozzare come un animale" perché al di là di culture più o meno crudeli, l'essere umano uccide animali da sempre. Bisogna precisare che quest'usanza va avanti da millenni addirittura, e rientra quindi nella "normalità".
Da ignoranti sulla cultura orientale, avremmo potuto dedurre che sia una tendenza recente, invece è da sempre così. Quella che per noi è violenza, viene concepita come un'usanza popolare. Oltretutto questa tradizione figlia della cultura cinese si svolge anche in altri paesi, quali Thailandia e Vietnam,
Il servizio fa lo "zoom" sulla Cina, perché è qui che dal 2009 è stato introdotto il "Yulin dog meat Festival", che ha fatto finire la pratica sotto i riflettori.
Ma occorre anche risalirne alle origini.
La carne di cane infatti è sempre stata considerata speciale, perché si crede abbia proprietà curative, e addirittura anche gli astronauti, nella loro "preparazione allo spazio", la portano con sé, perché combatte il freddo, riuscendo a riscaldare bene l'organismo. Ma sebbene sia legale, sono state avanzate proposte di legge verso quella che è un'oggettiva inciviltà verso gli animali; tuttavia, non sono mai state messe in pratica.
Questo perché dietro a questo commercio si erge un grande mercato nero: molte persone allevano cani di proposito, altri li rapiscono dalle loro abitazioni, o li portano via dalle strade. Di sicuro con l'introduzione del Festival, è ancora più utopico pensare di abbattere una sorgente economica così cospicua.