È una storia davvero brutta quella che arriva da Taviano, in provincia di Lecce. Una ragazzina, e non solo lei, infatti, sarebbe stata abusata per anni all'interno di una comunità per minori. Si tratta del centro Oberon, con sede nella stessa cittadina leccese. Secondo le accuse mosse nei confronti di due educatori che operavano all'interno della comunità suddetta, la ragazzina è stata costretta a guardare film dell'orrore per poi partecipare a rituali esoterici a sfondo satanico. La Cassazione ha condannato recentemente i due educatori, ritenuti responsabili del misfatto.
Abusata in una chiesa sconsacrata
La denuncia degli abusi e delle violenze è partita da un'altra vittima, ospite della stessa struttura. Gli inquirenti hanno fatto partire, quindi, immediatamente le indagini con tanto di perquisizioni degli alloggi degli indagati. Qui, sono stati ritrovati, secondo quanto riportato dai principali quotidiani nazionali, cappucci, mantelli, svariati libri esoterici e, addirittura, ben tre crocefissi in legno e alcuni pezzi di vetro, con cui probabilmente sono state inferte le ferite ai poveri ragazzi. I rituali satanici, secondo quanto raccontato dai ragazzini agli investigatori, avvenivano in una chiesa sconsacrata, sempre nella provincia di Lecce, precisamente a Mancaversa.
Durante uno di questi riti, una ragazzina è stata violentata, oltre ad aver subito delle ferite, costretta a portare ancora oggi. I racconti delle vittime combaciano perfettamente uno con l'altro e, quindi, sono stati giudicati attendibili. Nel corso dell'attività di indagine, sono emersi anche altri particolari inquietanti.
I responsabili della struttura, ad esempio, avrebbero costretto alcune delle vittime a fare alcuni lavori all'interno della comunità. Venivano, poi, costretti anche a firmare in bianco le dimissioni con l'obbligo di tacere per non perdere la paga. Tutto questo è durato fino alla denuncia delle vittime, che ha permesso così di accertare i loro racconti, avviare le indagini e condannare i loro aguzzini.
Due educatori, Luigi Fattizzo, 56 anni, e Stefano Portaccio, 48enne, sono stati condannati a 8 anni e due mesi di reclusione.
Alcuni reati prescritti
Dalle fonti di informazione locali, si apprende di come, durante il processo di primo grado, i giudici hanno inviato in Procura alcune dichiarazioni della difesa per falsa testimonianza. In particolare, una psicologa che seguiva i ragazzini aveva escluso l'ipotesi che questi venissero sottoposti alle violenze. Inoltre, tra il primo e secondo grado, alcuni reati sono stati prescritti.