Una vera e propria tragedia si è consumata nei giorni scorsi a Udine, ma con tutta probabilità coinvolge anche la città di Caserta, sulla quale si sta indagando a seguito della morte della giovane Alice, una studentessa friulana di appena sedici anni, uccisa da quella che viene definita "droga gialla" e che rappresenta l'ultima novità tra le sostanze stupefacenti che vengono spacciate e che sembra essere gestita dalla mafia nigeriana. Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Mattino, si tratta di un potente mix a base di eroina che ha già provocato la morte di ben diciotto persone soltanto nel nord-est a partire dall'anno scorso.

Muore a Udine una giovane sedicenne: si indaga sui possibili rapporti tra i clan nigeriani e la camorra di Caserta

L'ultima di queste vittime è appunto la giovanissima Alice. Un'iniezione fatale l'ha portata alla morte e ora la procura di Venezia sta indagando. Le indagini tuttavia non sono limitate agli spacciatori della zona, l'obiettivo è infatti quello di arrivare alle relazioni esistenti con la mafia nigeriana sul nostro territorio. Una delle piste porterebbe infatti alla città di Caserta, dove è stanziato il clan dei Black-Axe della Nigeria, considerato il più potente e pericoloso di tutta Italia. La droga gialla prende questo nome proprio per il suo colore, e pare sia cento volte più pura di quella che si trovava in strada fino all'anno scorso.

Sembra che la sostanza venga spezzettata attraverso un analgesico sanitario, il Fentanyl, che ha un'efficacia che è 500 volte superiore alla morfina. Dopo aver tolto la piazza di spaccio ai pusher tunisini, ora sembra che siano proprio i nigeriani ad avere in mano questo commercio illecito.

Gli ultimi istanti di vita di Alice raccontati dal fidanzato

Dai racconti del fidanzato della giovane Alice agli investigatori della squadra mobile di Udine, pare che i due si fossero incontrati fuori dal liceo artistico Sello di Udine con l'intenzione di fare utilizzo della cosiddetta droga gialla. Dopo essersi recati nei bagni della stazione, quindi, per iniettarsi la droga nelle vene, la ragazza ha immediatamente perso conoscenza.

Mentre il suo ragazzo pensava che fosse svenuta, in realtà Alice aveva già perso la vita a causa di un doppio edema. Inutili quindi i tentativi di trascinarla fuori dal bagno e di spruzzarle sul viso dell'acqua, perché purtroppo la giovane studentessa era già morta.