Da Udine arriva una storia di bullismo particolarmente odiosa in quanto ha come protagonista un ragazzo di 15 anni, affetto da autismo verbale. È stato bersagliato da messaggi Whatsapp a sfondo sessuale ed è stato invitato, addirittura, a fumare uno spinello in compagnia. A denunciare l'accaduto è stata proprio la madre del giovane, intervenuta durante un incontro organizzato dall'Istituto Tecnico "Antonio Zanon" per discutere sulla recente morte per overdose della sedicenne Alice Bros.
I messaggi Whatsapp
L'inizio del nuovo anno scolastico per i ragazzi autistici rappresenta una sfida importante e ritrovarsi in classe non è sempre semplice.
Sopratutto, se gli altri studenti, anziché aiutarli ad ambientarsi li prendono di mira. Come è successo al ragazzo, che, nemmeno dopo una settimana dalla prima campanella, ha iniziato a ricevere messaggi di scherno e vessazioni (spesso a sfondo sessuale) sulla chat di classe.
Alcuni compagni di classe - come ha denunciato la madre - hanno cominciato, con il chiaro scopo di denigrarlo e deriderlo pubblicamente, a proporgli una serie di "sfide" e "prove di coraggio": lo hanno invitato a compiere, davanti ai professori, degli atti osceni, gli hanno proposto di accedere a siti a luci rosse e di far visionare i filmati ai docenti. Una ragazza, ha aggiunto la donna, sarebbe arrivata addirittura a chiedergli di fumare una canna con loro.
I bulli, come spesso accade in questi casi, hanno anche fotografato la loro vittima e hanno condiviso sui social le immagini.
Non è una ragazzata
Quando la madre si è accorta che qualcosa non andava e che suo figlio era finito nelle mani dei bulli ha subito denunciato la vicenda al referente di classe e, nei giorni scorsi, ne ha parlato anche pubblicamente davanti ad una platea di giovani già scossi per la tragica morte di Alice.
Secondo la donna, queste provocazioni e prevaricazioni - pesanti per chiunque - avrebbero aggravato ulteriormente l'equilibrio, di per sé già fragile, del ragazzo. Il 15enne, infatti, da quando riceve certi messaggi Whatsapp non sta bene ed è stressato: non vuole andare a Scuola da solo e ha paura di nuove ripercussioni e prese in giro.
La mamma dello studente, che è decisa ad andare in fondo alla questione, pensa che l'istituto tecnico abbia minimizzato l'accaduto: la scuola si sarebbe limitata a definire gli episodi di bullismo come una semplice ragazzata.