I dubbi non sussistono per la Corte di Cassazione: Yara Gambirasio (13 anni al momento della morte) fu uccisa da Massimo Giuseppe Bossetti (47) ex muratore residente a Mapello, quella maledetta sera del 26 novembre 2010. Il carpentiere venne arrestato nell'estate del 2014, venendo giudicato colpevole del delitto in tutti i gradi di giudizio. La conferma è stata data dal Pg della Suprema Corte Mariella De Masellis, che ha spiegato come i 23 ricorsi da parte dei legali del Bossetti, non abbiano ragione d'essere accolti.

La 'prova regina' rimane sempre il famoso DNA prelevato dal materiale biologico ritrovato sugli slip della 13enne.

Indagini 'mastodontiche' che hanno fatto scuola, in quanto avvenute in una modalità che non ha precedenti in Italia. Il DNA ritrovato venne all'epoca confrontato con quelli di altre 20000 persone. Un lavoro complesso e certosino, che permise di rilevare la persona che si macchiò del turpe omicidio in Massimo Bossetti. La probabilità di sbagliare in tal caso era una su 20 miliardi.

Un'analisi genetica minuziosa

L'accusa ha ricordato come l'analisi genetica effettuata per dare un nome all'allora fantomatico 'ignoto 1' fu così precisa da indicare addirittura il colore degli occhi dell'assassino di Yara Gambirasio: azzurro chiaro. Non a caso, si tratta dello stesso colore degli occhi di Bossetti.

Secondo il Pg è una 'congettura assurda' ipotizzare che siano stati usati kit scaduti, che possano aver generato un DNA artificiale.

Un'ipotesi questa, proposta dalla difesa al fine di scagionare il muratore. Sul corpo della povera Yara venne ritrovato un DNA di tipo nucleare e non mitocondriale. Una garanzia dunque, essendo il primo tipo più certo da questo punto di vista.

Come del resto ha ricordato la stessa De Masellis, il DNA nucleare è una sorta di 'impronta genetica', che offre possibilità maggiori per l'identificazione di un individuo.

La Cassazione aveva già le idee chiare

Da non dimenticare che già la Cassazione all'epoca si era già espressa sull'argomento, quando rigettò le richieste da parte dei legali di Massimo Bossetti, per una possibile scarcerazione od arresti domiciliari verso il loro cliente.

Bossetti, che a fine Ottobre compirà 48 anni, è sposato con Marita Comi (che da sempre ha creduto nell'innocenza di suo marito) da cui ha avuto tre figli.

Per i giudici non c'è alcun dubbio: grazie al solo DNA nucleare è possibile l'identificazione di una persona. Bossetti è dunque l'assassino di Yara Gambirasio, una bambina dai tanti progetti e speranze per il futuro, che oggi, se fosse ancora viva, sarebbe una ragazza di 21 anni e, probabilmente, un'affermata ginnasta, come lei stessa sognava di diventare.