L'Istituto tecnico commerciale L’Aurora di Pietraperzia non è una Scuola come tutte le altre. Nonostante apparentemente lo sia, nella realtà è una vera e proprio scuola fantasma. Decine sono i diplomati che ogni anno la scuola sforna, peccato però che tutto sia falso, dai registri delle presenze agli scrutini. La procura di Enna ha così aperto un'indagine dalla quale è emerso che circa 50 persone iscritte che avrebbero dovuto frequentare, in realtà non hanno mai preso parte ad una sola lezione. Nonostante il plesso sia presente sulla carte, in base alle indagini, nessun alunno né tantomeno un professore, vi si è mai recato.
L'istituto che sforna diplomi a pagamento
Nonostante l'istituto avesse una sede fisica ad Enna, per molti alunni la scuola sarebbe esistita solo sulla carta. All'interno del fascicolo di autopresentazione della scuola che appare sul sito del ministero dell’Istruzione 'Scuolainchiaro', l'edificio scolastico presenta un numero di alunni pari a 13 divisi in tre classi, per una media di quattro alunni per classe. Oltre al numero irrisorio di frequentatori, pare ancora più assurdo che esistano solo classi terze, quarte e quinte: non esistono né prime né seconde, tutti elementi riconducibili ad una scuola che sforna diplomi a pagamento. All'interno del sito del Miur è completamente inesistente il piano formativo, il sito della scuola non è accessibile, ma esiste solo un numero telefonico a cui potersi rivolgere.
Aperta inchiesta
Partita l'inchiesta sulla scuola di Pietraperzia, sono iniziati gli appostamenti nei pressi dell'edificio scolastico e sono state installate delle telecamere nascoste presso la sede centrale e le due sedi staccate presenti a Nicosia, un paese sito in provincia di Catania. Ovviamente, in quella scuola non è mai entrato nessuno ed adesso si indaga sugli ex alunni che si sono diplomati presso quell'istituto.
La procura ha quindi chiesto al gip misure interdittive per docenti e dirigenti dell’istituto, colpevoli di aver commesso falso in atto pubblico. Per i responsabili dell'istituto, Rosa Catalano, Giuseppe Castello e la preside Anna Sorriso Valvo, è stato proposto il fermo per un anno di qualsiasi attività inerente all'insegnamento. Sono stati invece due i docenti che hanno confessato e per tale motivo non hanno avuto alcun provvedimento disciplinare sulla propria professione di insegnati.