C'è la firma dell'Isis sull'attentato di venerdì 9 novembre a Melbourne, in Australia. Erano 16 del pomeriggio, le 6 del mattino in Italia, quando un uomo vestito con una tunica marrone, in una delle strade del distretto finanziario, ha fatto esplodere la sua auto, un pick-up, per poi scendere e attaccare con il coltello alcuni passanti e dei poliziotti. Il bilancio dell'attacco è di un morto e due feriti.

L'azione era stata confermata dalla polizia Australiana, come un atto terroristico ancor prima dell'annuncio dell'Isis, che poco dopo ha rivendicato l'atto.

La vittima dell'attacco terroristico era di origini italiane

Sisto Malaspina, 74 anni, di Ascoli Piceno, vittima dell'attacco terroristico, era molto conosciuto in città, proprietario di uno dei ristoranti più famosi di Melbourne, il Pellegrini's Cafè, famoso per aver portato il caffè espresso nella cittadina Australiana; Sisto si era trasferito in Australia, all'età di 18 anni ed era comproprietario del ristorante, acquistato nel 1974, sulla Bourke Street, insieme al suo socio, Nino Pangrazio.

A ricordarlo con affetto, sui social media, anche Russel Crowe, noto attore e regista neozelandese, che su Twitter, con il cuore spezzato per l'accaduto, ha ricordato Sisto conosciuto nel 1987 raccontando di non essere mai stato a Melbourne, senza visitare il Pellegrini's cafè.

Bill Shorten, leader del Partito Laburista Australiano, che frequentava il Pellegrini's cafè dai tempi della scuola, ha scritto su Twitter di essere scioccato per la straziante notizia.

Altri nomi noti, come l'attore musicista, Anthony Field e il comico e presentatore TV, Charlie Pickering, lo hanno ricordato con grande affetto.

Tante le persone comuni che sulla rete hanno ricordato Malaspina.

L'Isis rivendica l'attentato dopo qualche ora

L'aggressore, di origini Somale, Hassan Khalif Shire Ali, era conosciuto dalle forze dell'ordine e dall'intelligence per questioni connesse al terrorismo ed era arrivato dalla Somalia in Australia, negli anni '90. L'attentatore è morto in ospedale, a causa della ferita causatagli da uno degli agenti, che si è difeso dall'aggressione.

L'agenzia Amaq, voce dello Stato Islamico, ha rivendicato l'atto dell'uomo. L'attentatore sembra essersi radicalizzato via web e attraverso altri contatti presenti nel Paese. Nel 2015, il terrorista voleva raggiungere il Califfato, ma non ha potuto perché il passaporto gli era stato sequestrato dalle autorità.

Il modus operandi dell'attentato, sembra essere "tipico" dello Stato Islamico, che dopo qualche ora ne ha rivendicato l'azione.