L’ennesima storia drammatica di violenza contro una donna, che però non ha avuto nessun riscontro mediatico. Un femminicidio particolarmente feroce, ignorato dalla stampa nazionale, dalle autorità, dalle istituzioni. È passata quasi del tutto inosservata la tragica morte della rumena Violeta Senchiu, di 32 anni, uccisa dal suo compagno italiano sabato 3 novembre. Un silenzio assordante che non poteva lasciare indifferenti. Così dopo qualche giorno è iniziato un tamtam sui social: molte persone hanno voluto ricordare la tragica scomparsa di questa donna, madre di tre figli, e chiedersi il perché di questo disinteresse per una vicenda, forse poco adatta ad essere oggetto di strumentalizzazioni, viste le nazionalità della vittima e dell’aggressore.
La dinamica del feroce omicidio
I carabinieri hanno ricostruito gli eventi di quel maledetto sabato pomeriggio: probabilmente è scoppiata una lite tra Violeta ed il suo compagno, il 48enne Gimino Chirichella, operaio presso il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano, con qualche precedente penale. L’uomo è uscito di casa per recarsi da un distributore di carburante: ha preso un caffè al bar e poi ha riempito due taniche di benzina.
Tornato nella sua abitazione, al secondo piano di un edificio in Contrada Sagnano a Sala Consilina, ha cosparso di liquido infiammabile diversi punti dell’appartamento, mentre la vittima si trovava seduta davanti al camino. Quindi ha appiccato il fuoco. La donna è rimasta imprigionata dalle fiamme, riportando ustioni sul 95% del corpo: subito è stata ricoverata all’ospedale “Luigi Curto” di Polla, per essere poi trasferita in eliambulanza al Centro grandi ustionati del Cardarelli di Napoli.
Il disinteresse dei media per la vicenda e la reazione dei social
Ma non c’è stato nulla da fare: dopo 20 ore di agonia, il cuore della donna ha cessato di battere. Anche l’assassino è rimasto ferito nell’incendio: così è stato trasportato nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Polla e poi al San Carlo di Potenza, in una sede idonea ad accogliere i pazienti sottoposti a misure cautelari.
Interrogato dal gip si è avvalso della facoltà di non rispondere al magistrato che ha confermato il fermo di Chirichella, accusato di omicidio premeditato, con le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, ed incendio doloso.
Di tutta questa vicenda si sono occupati solamente i media locali, che si sono soffermati soprattutto sulle parole del fratello della vittima, latitante in Romania, che in un video ha minacciato di morte l’assassino, salvo poi scusarsi.
Per il resto solo silenzio, interrotto da un toccante post di scuse su Facebook delle Consulta delle Amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro.
Pian piano sui social però è cresciuta l’indignazione per il diverso trattamento riservato a questo fatto di cronaca rispetto a tanti altri, quasi come se la nazionalità della vittima rendesse meno interessante la vicenda. Così il nome di Violeta ha iniziato a riecheggiare in rete: in molti commenti ci si chiedeva i motivi di questa disattenzione dei media e si auspicava l’intervento delle istituzioni per conservare la memoria di quanto accaduto a questa donna ed evitare che in futuro episodi simili possano ripetersi.
Violeta Senchiu era rumena. tre figli.
— Don Francesco Pesce (@dfrancescopesce) 7 novembre 2018
Il suo compagno, un italiano, sì, un italiano, di quelli che vengono prima, le ha dato fuoco.
È morta dopo indicibile sofferenza. Niente articoli sui giornali.
Nessuna troupe televisiva
Nessun tweet.
Nessun corteo di Forza Nuova.
Niente.