Una terribile storia di violenze in famiglia, andata avanti per molti anni nel più completo silenzio e che rischiava di rimanere per sempre nascosta. Ma la vittima di questa vicenda, ormai arrivata alla soglia dei 30 anni, ha avuto la forza di rifarsi una vita e di denunciare finalmente quel padre-orco che l’avrebbe stuprata sin dal 1995, quando era ancora una bambina di nemmeno sette anni. Siamo in Puglia, in un Comune del Salento, in provincia di Lecce, all’interno di un contesto di degrado sociale ed umano. Gli abusi sono andati avanti indisturbati nel tempo, tanto che nel 2010 la povera ragazza ha dato alla luce una bimba, frutto dell’incesto.

Ora, con l’arresto del responsabile, un uomo di 52 anni, improvvisamente si scoprono tutte le mostruosità accadute nella sua casa.

La fuga dall’inferno con l’uomo sbagliato

Vista la delicatezza delle accuse, sappiamo pochi particolari sui protagonisti di quanto accaduto. La giovane, che adesso vive nel Brindisino, lontano dall’uomo che le ha rovinato la vita, la scorsa estate si sarebbe presentata dai carabinieri per liberarsi del peso che portava con sé da troppi anni e denunciare gli abusi subiti.

Il suo racconto è stato davvero drammatico: violenze quasi quotidiane, fisiche e psicologiche, ma anche aggressioni, minacce, l’obbligo di vivere reclusa in casa, perfino un aborto impostole dal padre, quando aveva solo 15 anni.

Per sfuggire da quel mostro, avrebbe accettato di sposare un giovane che non amava, alcolizzato e violento, con cui avrebbe vissuto altri anni orribili, segnati da maltrattamenti e soprusi; ad illuminare questo periodo è stata solamente la nascita di un secondo figlio, che oggi ha cinque anni.

La decisione di denunciare le violenze per tutelare la figlia

A dare alla giovane la forza di rendere pubblica la sua triste storia è stato il nuovo compagno, con cui sta tentando di rifarsi una vita dopo che si è separata dal marito. Sicuramente ha influito anche il desiderio di salvare la prima figlia, ormai di otto anni, rimasta a vivere nella casa paterna, teatro in passato di tante violenze.

Infatti, l’esame del Dna della piccola ha confermato, senza ombra di dubbio, la veridicità di quanto raccontato dalla madre: la bambina era il frutto della lunga relazione incestuosa col padre, prolungatasi per tutto il tempo in cui la donna ha vissuto in quell’abitazione.

I carabinieri hanno quindi potuto arrestare il 52enne con l’accusa di violenza carnale aggravata e maltrattamenti in famiglia. A firmare l'ordinanza di custodia cautelare è stato il giudice per le indagini preliminari di Lecce Cinzia Vergine, su richiesta del sostituto procuratore Stefania Mininni.