Proprio ora che manca poco al 47esimo anniversario del tristemente noto "Bloody Sunday", avvenuto esattamente in questa città, tornano gli attentati a sconvolgere la quiete pubblica e a segnalare che qualcosa non sta andando come dovrebbe, forse dagli accordi del 1988 e a maggior ragione con la Brexit ora.

Ieri sera, alle 20:15, la polizia di Londonderry ha ricevuto una telefonata riguardo all'imminente attentato; telefonata che ha permesso di far evacuare alcuni edifici prima dell'esplosione. Fortunatamente non ci sono stati feriti né morti. L'attacco è avvenuto nei pressi di Bishop Street, come riporta la Bbc online, la quale aggiunge che ci sarebbe un'altra auto sospetta.

Il vice premier della Repubblica d'Irlanda, Simon Coveney, ha affermato che "Non c'è posto e nessuna giustificazione possibile per tali atti di terrore, che cercano di trascinare l'Irlanda del Nord di nuovo alla violenza e al conflitto".

I precedenti

L'Irlanda del Nord, infatti, è da tempo soggetta al "The Troubles", nome con cui viene definito il conflitto pseudo-silenzioso scoppiato in questa nazione tra la fine degli anni sessanta e gli anni novanta: esso consisteva in un clima di tensione - a costante rischio di esplosione - dovuto alla contrapposizione tra unionist/loyalist (protestanti) e nationalist/republicans (cattolici), ovvero tra i sostenitori dell'appartenenza al Regno Unito e coloro che desideravano la riunificazione dell'Irlanda; a peggiorare il tutto, l'organizzazione clandestina Ira, che nel 1970 aveva iniziato a combattere contro l'esercito britannico e la polizia nordirlandese.

Particolarmente duro fu il "Bloody Sunday": il 30 gennaio del 1972, infatti, l'esercito britannico aprì il fuoco contro dei manifestanti - disarmati e pacifici - per i diritti civili, uccidendone tredici.

Tra presente e futuro

L’attentato di ieri viene attribuito proprio alla “nuova Ira”, una fazione dissidente che non ha mai accettato gli accordi di pace.

Alcuni testimoni, intervistati dai giornalisti, hanno detto che "la tensione è già alta per la mancanza di un governo e la paura del ritorno di un confine difficile a causa della Brexit". Effettivamente non è un momento facile per il Regno Unito, tantomeno per una nazione che da sempre tende a rifiutare il legame con questa 'madrepatria': meno ancora per una città che, tra "Londonderry" e "Derry", tende spesso a preferire la seconda.