Si è concluso oggi, martedì 29 gennaio il processo per la morte di Marco Vannini, il giovane di Cerveteri (centro alle porte di Roma) ucciso con un colpo di pistola nel maggio del 2015. I giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma hanno deciso di ridurre la condanna ad Antonio Ciontoli da 14 a 5 anni. Durante la lettura della sentenza, la mamma del giovane, incredula ha urlato: "Vergogna".
La sentenza
Si è chiuso con una sentenza destinata a far discutere il processo d'appello alla famiglia Ciontoli. Il "capofamiglia" Antonio Ciontoli, noto sottufficiale della Marina militare, in primo grado era stato condannato per omicidio volontario a 14 anni di reclusione.
Oggi, invece, i giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno ridotto la pena a 5 anni (con una riduzione di ben 9 anni) per omicidio colposo.
Il resto della famiglia Ciontoli, invece ha visto confermare la condanna per omicidio colposo: Maria Pezzillo, moglie di Antonio, e i loro figli Martina e Federico dovranno così scontare 3 anni. Confermata anche l’assoluzione per Viola Giorgini (fidanzata di Federico). I giudici, dunque, non hanno accolto la richiesta del Pg Vincenzo Saveriano che aveva chiesto la condanna di tutti i membri della famiglia Ciontoli a 14 anni.
La protesta
La lettura della sentenza è stata accolta con rabbia e sgomento dai genitori e dagli amici di Marco Vannini. I familiari del ragazzo, in segno di protesta, si sono alzati e hanno urlato: "E' una vergogna, venduti, è uno schifo".
Mamma Marina, affranta e fuori di sé, ha dichiarato: "Per me rimangono 5 assassini”.
Furioso anche il padre del ventenne che, come ha riportato anche Rai News, ha dichiarato di voler strappare la sua tessera elettorale. "La vita del mio Marco - ha detto - non può valere 5 anni ... Dove sta la Legge? Aveva il futuro davanti".
I coniugi Vannini, sono stati anche ammoniti dal presidente Andrea Calabria: "Non si può interrompere la lettura di una sentenza".
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti all'epoca dei fatti, Marco Vannini, il 18 maggio di 3 anni fa si trovava a Ladispoli in casa della fidanzata. Mentre si stava facendo un bagno nella vasca, Antonio Ciontoli, entrò nella stanza per prendere un'arma da una scarpiera, ma all'improvviso partì un colpo che colpì e ferì gravemente il giovane. Le condizioni del ragazzo sarebbero apparse subito gravissime, ma il sottufficiale della Marina militare ed i suoi famigliari, pur essendone consapevoli avrebbero ritardato i soccorsi.