Una notizia molto importante per il nostro Paese proviene dalla città di Padova, perché è stato espulso proprio nei giorni scorsi un possibile e sospetto terrorista che pare avesse intenzioni preoccupanti e riconducibili al terrorismo pur vivendo e soggiornando nel nostro Paese. L'uomo, Mahmoud Jebali, un trentunenne originario della Tunisia, ha scontato la sua pena nel carcere di Padova e subito dopo è stato espulso dal nostro territorio in quanto sospettato di essere un inneggiante della jihad. Secondo quanto si apprende dal quotidiano Il Mattino, sono state le segnalazioni da parte degli agenti del penitenziario a far emergere la questione.

Pare che l'uomo abbia minacciato un agente in servizio dicendogli che quando sarà stato liberato, sarebbe andato a fare la guerra in Siria. In più gli avrebbe gridato che un giorno verremo tutti uccisi, con chiaro riferimento ai cristiani, e che i nostri corpi saranno mangiati.

Sospetta radicalizzazione a Padova: viene cacciato dall'Italia un tunisino trentunenne

Stando a quanto si apprende dal quotidiano in questione, l'uomo è entrato nel nostro Paese irregolarmente dopo aver affrontato un lungo viaggio in barca. Mahmoud Jebali, conta diversi precedenti penali per reati come rapine, possesso di armi e sostanze stupefacenti, oltre che uso inappropriato di carte di pagamento. Come affermano gli agenti del complesso penitenziario, il tunisino non aveva mai avuto un comportamento sereno ed era sempre stato molto polemico e prepotente nei confronti del personale carcerario.

Poco dopo, però, il trentunenne avrebbe cominciato a praticare la sua religione in maniera più forte, tanto da diventare un vero e proprio leader all'interno delle mura del carcere soprattutto nei confronti degli altri detenuti che professano la stessa religione.

Addirittura, pare che fosse diventato un vero e proprio rito quello di svolgere la preghiera del venerdì proprio all'interno della sua cella e lui, nel frattempo, indossava una tunica da imam portando avanti la funzione.

Prima dell'espulsione del tunisino, sono stati diversi i dettagli che hanno fatto scaturire dubbi e avviare così le indagini da parte delle forze dell'ordine, tra cui anche l'apprezzamento nei confronti di un filmato presente sui social network con un titolo abbastanza eloquente e che non lascia spazio ad alcun tipo di dubbio: 'La macellazione lecita di un cristiano'.