Paura all’Hotel House. Un bambino sarebbe stato aggredito in un locale commerciale presente nel condominio multietnico di Porto Recanati, in provincia di Macerata. Teatro della vicenda è ancora una volta il palazzo abitato da circa duemila persone, in larga parte stranieri, situato nella cittadina marchigiana, divenuto noto in tutta Italia dopo il ritrovamento, in una specie di fossa comune, dei resti appartenenti ad una 15enne scomparsa nel 2010, la bengalese Camey Mossame. L’episodio risalirebbe a martedì scorso, ma solo nelle ultime ore è stato reso noto.

I carabinieri della stazione di Porto Recanati stanno indagando sull’accaduto e mantengono il massimo riserbo: a quanto pare il piccolo si trovava da solo nel negozio, quando all’improvviso sarebbe stato trascinato dal suo aggressore fino al bagno dell’attività commerciale.

Il bambino è riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’aggressore

Come riferisce Il Messaggero, una volta arrivati in bagno, il bruto avrebbe tappato con una mano la bocca del bambino, per evitare che potesse chiedere aiuto. Contemporaneamente avrebbe provato ad abbassargli i pantaloni per abusare di lui.

Ma per fortuna, secondo questa ricostruzione, nonostante la differenza di stazza, il bimbo sarebbe riuscito a divincolarsi e a fuggire via, prima di subire la violenza.

Scappato lontano dal negozio, si sarebbe rifugiato al sicuro in casa.

A quanto pare sono passati alcuni giorni prima che il piccolo trovasse il coraggio di parlare e di raccontare al padre la sua brutta avventura. A quel punto il genitore è corso a denunciare i fatti ai carabinieri, che hanno raccolto le testimonianze sull’episodio e sono riusciti a risalire velocemente al presunto responsabile, straniero così come la sua vittima.

Le indagini sono ancora in corso

Adesso il possibile autore dell’aggressione, anche lui residente nello stesso complesso, è indagato per il reato di tentativo di violenza carnale su minore. L’inchiesta è tuttora in corso perché diversi elementi relativi alla dinamica dei fatti devono essere ancora chiariti.

Di certo questo episodio ha portato nuovamente alla ribalta questo palazzo di 17 piani e 480 appartamenti, abitati al 90% da extracomunitari, in gran parte maghrebini e centroafricani, ma anche asiatici.

L’edificio, nato nel 1967 come residenza di vacanza, ha subito nel corso del tempo un forte degrado, fino a diventare un luogo di spaccio e di criminalità, in cui, solo nel 2018, le forze dell’ordine hanno effettuato 295 interventi operativi.

Lo scorso settembre il complesso dell’Hotel House è stato visitato anche dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ne ha auspicato l’abbattimento.