Ora che è tutto 'finito', che ha espiato la sua pena ed è tornata libera, vuole scomparire ed essere dimenticata. Però, un attimo prima di farlo, vuole essere creduta. annamaria franzoni ribadisce la sua innocenza, come ha sempre fatto. E anche ora, prima che cada l'oblio sul suo caso umano e giudiziario, se mai succederà, vuole che lo si sappia: "Non l'ho ucciso io", ha detto da cittadina libera.

E' stata condannata a 16 anni per l'omicidio aggravato di suo figlio, il piccolo Samuele Lorenzi, ucciso ferocemente con 17 colpi alla testa all'età di 3 anni nella villetta di famiglia a Montroz, frazione di Cogne, il 1° febbraio 2002.

Il tribunale di sorveglianza di Bologna, qualche settimana fa, le ha comunicato che ha finito di scontare la condanna, ridotta a 11 anni per indulto, benefici di legge e buona condotta.

Annamaria Franzoni, il suo avvocato: 'Ora dimenticatela'

Sono trascorsi 17 anni da quel feroce delitto che divenne anche un caso mediatico. Annamaria Franzoni, soprannominata in famiglia 'la bimba', ultima di 11 figli, oggi è una donna di 47 anni con alle spalle anni di carcere e di arresti domiciliari. La prima cosa che ha fatto, da donna libera, è stata quella di abbandonare la casa a Ripoli Santa Cristina nell'appennino bolognese, anch'essa nella natura e isolata come quella di Cogne, dove ha trascorso gli anni degli arresti domiciliari, dal 2014 in poi, con il marito Stefano e i figli Davide e Gioele, il terzo figlio, nato dopo che lei, subito dopo il delitto, aveva chiesto al marito di aiutarla a fare un altro bambino.

La famiglia ha comprato una nuova villa a Monteacuto Vallese, località sita anch'essa nell'appennino bolognese, a pochi metri dall'agriturismo Franzoni. E' tornata nei luoghi dove è nata e cresciuta, tra gente che l'ha sempre considerata innocente. Tra i suoi vicini, c'è chi dichiara di conoscerla da quando aveva 15 anni e faceva la baby sitter ai figli e glieli affiderebbe ancora.

Ma ora che ha ricostruito interamente la sua vita restano misteri e molte ombre. Per lei, la sofferenza di non essere mai stata creduta e di essere ritenuta colpevole, non solo dai giudici ma dalla gente, del più atroce dei crimini: l'avere ucciso il proprio figlio.

La famiglia, un grande clan, in un processo parallelo registrato all'epoca dalle cimici dei carabinieri, l'ha assolta e protetta sempre.

Ma una parte dell'Italia no. Per questo, probabilmente, ieri, come riferisce il Corriere della Sera, ha detto: "Sono contenta, ma vorrei far capire alla gente che non sono stata io". Questo è ciò che vorrebbe prima di essere dimenticata. Il suo ultimo avvocato, Paola Savio, ha aggiunto che solo gli ergastoli non finiscono, le altre pene sì "ed ora dimenticatela". E però, pur volendo voltare pagina e tornare a una vita 'normale', Annamaria Franzoni è stata vista da alcuni vicini a Cogne a novembre quando era forse già in libertà, nella villetta del delitto dove non era più stata da 17 anni.

Lo psichiatra, 'Annamaria Franzoni ha ucciso e dimenticato'

Interpellato da Quotidiano.net, sul caso che spaccò il Paese tra innocentisti e colpevolisti, lo psichiatra Claudio Mencacci, già presidente della società italiana di psichiatria, ha detto che quel caso costrinse gli esperti a studiare una condizione psicopatologica molto frequente, ma fino ad allora quasi sconosciuta.

La Franzoni in tutti questi anni non ha mai confessato, ma ha sostenuto sempre la sua innocenza. Per Mencacci, che si affida a ciò che la magistratura ha evidenziato, il mondo è pieno di gente che ha commesso delitti senza mai confessarli, le amnesie dissociative esistono così come l'anestesia affettiva.

Sotto la lente d'ingrandimento, secondo lo psichiatra, la donna ha avuto un comportamento lineare: conterebbe il passare del tempo, come il fatto che la tragedia sia stata 'assorbita' in ambito familiare. La famiglia unita e la volontà di proseguire nella crescita dei figli, le hanno restituito una normalità non scontata. Resta un caso di cronaca che ha fatto scuola difficilmente dimenticabile.