Da Treviso arriva una storia destinata a far discutere: nei giorni scorsi, al termine di una lunga e controversa vicenda giudiziaria, un 43enne veneto portatore di disabilità fisica è stato condannato a pagare una maxi multa per "interruzione di pubblico servizio". L'uomo, infatti, mentre si trovava in treno ha tirato il freno di emergenza "per non cadere".
Interruzione di pubblico servizio
I fatti risalgono alla primavera del 2015: il treno che da Udine conduce a Venezia, poco prima di arrivare in stazione a Treviso, si blocca improvvisamene e bruscamente.
Il personale di bordo, dopo un veloce accertamento, scopre che ad azionare l'allarme, collegato al freno di emergenza è stato un passeggero seduto nelle carrozze di coda.
Una volta arrivati a Mestre (alle porte di Venezia), l'uomo, in procinto di scendere, viene identificato: è un disabile originario di Conegliano (Treviso) che si giustifica dicendo di aver "tirato" il freno per non cadere in quanto, in seguito ad un lieve malore, aveva perso l'equilibrio. Il suo comportamento, però viene comunque punito e l'uomo riceve un decreto penale di condanna
Il decreto penale di condanna, ricordiamo è un procedimento speciale che ha come fine quello di saltare sia l'udienza preliminare sia il dibattimento.
Viene disposto dal giudice - su richiesta del pm - nei casi in cui si ritiene possa essere applicata una pena pecuniaria (senza misure di sicurezza).
L'imputato può opporsi entro quindici giorni dall'emissione del decreto e così ha fatto il 43enne delle provincia di Treviso.
La condanna
Negli scorsi giorni si è concluso l'iter giudiziario e si è arrivati ad una condanna.
Il giudice monocratico del tribunale, a quanto pare, non ha creduto alla versione del disabile e lo ha accusato di "interruzione di pubblico servizio" (reato disciplinato dall'articolo 340 Codice penale).
Il 43enne veneto, dunque, è stato condannato a 15 giorni di reclusione, convertiti poi in un'ammenda di 3.750 euro.
Il suo legale rappresentante, l'avvocato Fabio Busnardo (appartenente al Foro di Treviso), davanti al giudice ha sostenuto che il suo assistito non intendeva creare disagio e che lo spiacevole episodio poteva essere giustificato dal grave handicap fisico: l'uomo che anni fa ha subito l'amputazione parziale di una gamba ora è costretto a vivere con una protesi e, quel di giorno 4 anni fa, sentendosi poco bene ha perso l'equilibrio e si è aggrappato al freno di emergenza proprio per non cadere.