In Argentina non si sta facendo altro che discutere di un caso che ha sconvolto l'intero Paese. Una ragazzina di appena 11 anni è stata violentata dal marito della nonna ed è rimasta incinta. Sia la bambina che i suoi familiari hanno naturalmente chiesto l'interruzione della Gravidanza, sia perché frutto di un abuso sia per la tenera età della vittima. Le autorità, però, hanno aspettato fino alla 24esima settimana per poi decidere di intervenire con un taglio cesareo.

La provincia di Tucuman obbliga la ragazzina 11enne a partorire dopo la violenza

Il caso della ragazzina 11enne costretta a partorire in seguito ad uno stupro è divenuto virale. In merito alla questione sono intervenute anche alcune associazioni che tutelano i diritti delle donne, come ad esempio la 'Women for women'. Soledad Deza, rappresentante di tale associazione, ha infatti sbottato contro lo Stato argentino accusandolo di aver fatto soffrire per un mese la povera bambina non concedendole l'aborto immediato. La donna ha detto: "La bimba è stata vittima di uno stupro e ha provato ad uccidersi due volte, correva rischi per la sua salute": La bambina, dunque, aveva disperatamente chiesto più volte che le venisse tolto ciò che quel vecchio le avesse messo dentro.

Ad ogni modo, le sue richieste di aborto sono state ignorate. Solo alla 24esima settimana i medici dell'ospedale Eva Peròn l'hanno sottoposta ad un taglio cesareo. Il bambino, di appena cinque mesi, è stato estratto vivo, ma ha scarsissime probabilità di sopravvivere.

Le giustificazioni delle autorità e del responsabile sanitario

Il responsabile sanitario della provincia di Tucuman ha provato a giustificare la sua posizione dicendo di aver agito nel bene del bambino e della ragazzina. Lei pesava sopra i 50 chili, per questo motivo era nelle condizioni di portare avanti una gravidanza senza problemi di salute.

Cecilia Ousset, invece, la dottoressa che ha attuato tutta la procedura, ha detto di aver praticato un cesareo ad una ragazzina di 11 anni che per un mese era stata torturata dal sistema sanitario del posto.

Questa donna ha mosso delle accuse anche contro il governatore di Tucuman, accusandolo di aver rallentato il trattamento sanitario alla ragazzina per ragioni elettorali. Il governo locale, dal canto suo, si è giustificato dicendo di aver attuato tutte le procedure necessarie per salvare entrambe le vite. Gli attivisti dei diritti delle donne, però, non hanno accettato tali motivazioni e sono sul piede di guerra.