L’incubo era durato per mesi, ma la ragazza che l’aveva vissuto a soli 13 anni, non aveva mai avuto il coraggio di parlarne. Poi, recentemente, un anonimo le aveva fatto una strana richiesta su Instagram: se non avesse mandato subito delle immagini osé, il misterioso ricattatore avrebbe diffuso quelle che le erano state scattate da giovanissima.

I messaggi con le minacce sono stati scoperti da un’amica, con cui la giovane vittima si è finalmente confidata, raccontando tutto.

Così dopo anni è emersa una storia di violenze e ricatti ad una minorenne, che ha portato all’arresto di un militare, lo scorso dicembre: si tratta si un alpino originario di Cuneo, che è stato sospeso dall’esercito visti i gravi reati – violenza carnale ai danni di una minore e diffusione di foto a carattere pedopornografico in Rete – di cui si sarebbe macchiato.

Un rapporto di sopraffazione basato su minacce e ricatti

Dopo che la giovane ha testimoniato la sua brutta esperienza ai poliziotti, con l’assistenza di una psicologa, sono partite le indagini.

Gli agenti hanno scoperto che il responsabile, un trentenne sposato e padre di famiglia, aveva conosciuto la sua vittima tramite una sua compagna di classe delle scuole medie. I due si erano incontrati e subito era iniziato un rapporto che si basava sulle minacce: se la piccola – di appena 13 anni – l’avesse respinto, il militare avrebbe raccontato dei loro appuntamenti ai suoi genitori.

Grazie a questo ricatto l’uomo era riuscito ad ottenere delle foto osé dalla minorenne, che in seguito avrebbe utilizzato per costringerla a subire dei rapporti non consensuali, senza nessuna protezione.

Inoltre, le poche volte che la ragazzina aveva provato a ribellarsi, era stata picchiata del bruto.

Si teme che possano esserci altre vittime

L’uomo all’epoca non si era fatto scrupoli di condividere le immagini della minore sul web, come ha verificato la procura di Torino, che ha seguito questo filone dell’inchiesta, mentre quello sugli abusi è stato coordinato dalla procura di Cuneo.

Gli inquirenti temono che altre giovani possano aver subito in passato gli stessi abusi, come hanno spiegato in una conferenza stampa tenutasi poche ore fa, in cui hanno invitato a farsi avanti chiunque abbia notizie a riguardo. In particolare si è fatto notare come il 33enne abbia utilizzato un’amica, coetanea della ragazzina, per avvicinare la vittima.

L’Esercito, in una nota, ha espresso una ferma condanna dei comportamenti del presunto autore delle violenze, assicurando la massima collaborazione con gli organi inquirenti e “tolleranza zero” verso chi lede l’onore dell’istituzione. L’alpino è stato allontanato da ogni attività in via precauzionale, in attesa di essere giudicato dalla magistratura militare.