E' una brutta storia quella che arriva dalla Sicilia, precisamente da Gela, in provincia di Caltanissetta. Un uomo di 57 anni, Rocco Greco, noto imprenditore siciliano, si è tolto la vita ieri, nella sua azienda, sparandosi un colpo di pistola. Greco era conosciuto per la sua storia. Secondo quanto riportato da Repubblica, l'uomo era il simbolo della lotta al racket. I mafiosi lo avevano accusato di avere egli stesso rapporti con la criminalità organizzata. La vicenda finì in tribunale, ma fu ovviamente prosciolto dall'accusa di essere colluso con la mafia.

L'incredibile avviene dopo, perché con un provvedimento dell'ottobre scorso, il ministero dell'Interno avrebbe negato alla "Cosiam" (la ditta di cui era titolare, che si occupa di lavori edili) l'iscrizione nella "lista bianca" per i lavori di ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto, nel centro Italia.

Il Viminale: 'Rischio di infiltrazioni mafiose'

Rocco Greco, nel 2007, decise di denunciare i boss della Stidda e di Cosa Nostra, le quali si dividevano il pizzo. L'imprenditore decise di denunciare questo sistema, anche in virtù del periodo storico che Gela stava vivendo. In quel periodo, ricorda il figlio Francesco, c'era il sindaco Rosario Crocetta. Dopo Greco, molti imprenditori della zona denunciarono questo sistema, e ciò portò all'arresto di undici persone, con condanne per 134 anni di carcere.

Ma proprio questi ultimi, hanno sempre cercato, in qualche modo, di gettare ulteriori accuse (poi smentite in tutti i gradi di giudizio) proprio sugli imprenditori che gli avevano fatti arrestare. La relazione però dello stesso Viminale è chiara, e secondo quanto si legge nella relazione del Ministero, gli imprenditori erano vittime, ma si erano comunque relazionate con i boss, che poi avevano accettato il prezzo del pizzo pattuito.

"C'è il rischio di infiltrazioni mafiose all'interno dell'azienda" - così la nota del Viminale.

L'avvocato Galasso: 'Aveva denunciato'

Per Alfredo Galasso, avvocato che ha seguito tante cause di parti civili nella stessa Palermo, è assurdo che ci si sia dimenticati che Greco avesse denunciato i boss della malavita. Sempre il figlio Francesco, informa che dopo l'ultima interdittiva antimafia, arrivata il mese scorso, l'azienda aveva perso tutte le commesse che aveva, sia nel pubblico che nel privato.

Per questo, probabilmente, l'imprenditore non ha retto, e intorno alle 5:30 di ieri mattina, Greco è andato in azienda. A scoprire il corpo esanime dell'imprenditore, è stato proprio il figlio insieme ad alcuni colleghi. L'imprenditore giaceva in una pozza di sangue, inerme, in un container. Sul suicidio dell'imprenditore stanno comunque indagando i Carabinieri e la Squadra Mobile. Sicuramente nei prossimi giorni potremmo sapere di più su questa triste vicenda. I famigliari sono distrutti dal dolore.