Era la sera del 13 aprile del 2013 quando l’avvocato Lucia Annibali venne sfregiata, per sempre, sul volto con un acido, nell’androne della propria abitazione. Oggi, a distanza di sei anni da quel giorno, l’esecutore materiale del gesto, un albanese di nome Rubin Talaban ( condannato a 12 anni di reclusione), che era stato commissionato di compiere il raid punitivo dall’ex fidanzato della donna Luca Varani (condannato invece a 20 anni di reclusione ), le ha scritto dal carcere una lunga lettera di richiesta di perdono. “Lucia perdonami. Perdona il mio gesto indegno e brutale e perdona me che l’ho fatto”, inizia così la lettera che Talaban, ha scritto ed spedito presso lo studio legale del padre di Lucia, ad Urbino.

Lucia, dopo aver nascosto la lettera per qualche giorno in un cassetto, ha deciso di leggerla

Lucia Annibali ha aspettato qualche giorno prima di leggere la lettera e capire meglio di cosa si trattasse: Talaban è la prima volta che parla e confessa e soprattutto chiede scusa. Durante tutti gli anni dei lunghi procedimenti penali l’uomo non ha mai trovato il coraggio di parlarle ed infatti è sempre rimasto in silenzio.

Lucia, dopo aver letto la lettera, ha dichiarato al Corriere della Sera che è anche disposta a perdonare l’uomo, ma che non ha nessuna intenzione di incontralo."lo posso anche perdonare, ma quel perdono serve più a lui che a me: deve fare i conti con quello che ha fatto come io convivo ogni giorno con quello che mi ha fatto, perdono o non perdono", sono queste infatti le parole dure, ma sincere dell’avvocato Annibali.

Lucia Annibali inoltre si augura che tutto questo non sia un "escamotage" del suo aggressore per ottenere permessi o qualche riduzione di pena: ha per questo infatti ricordato che Rubin Talaban, una volta che avrà espiato la colpa, non potrà più rimanere in Italia ma dovrà ritornare in Albania.

‘Io voglio vivere tranquilla’: ha affermato Lucia

Lucia Annibali, che si è sempre dimostrata coraggiosa e pronta a combattere con forza e determinazione, ha affermato che il suo più grande desiderio è quello di poter trascorrere una vita tranquilla. In diverse interviste, infatti, non ha mai negato di pensare spesso al giorno in cui i responsabili usciranno di prigione: la donna è consapevole che un giorno questo avverrà, ma ha sempre ammesso che il saperli detenuti e lontani fisicamente l’ha sempre aiutata a lavorare su se stessa e sul trauma vissuto.