Da ieri, mercoledì 6 marzo, è possibile presentare richiesta per ottenere il tanto atteso Reddito di Cittadinanza, misura contro l'esclusione sociale e la povertà fortemente voluta dal Movimento 5 stelle. E, a sole 24 ore dal suo avvio, è già scoppiata una polemica. Pare, infatti, che tra i richiedenti il sussidio vi siano alcuni membri del clan Spada. Il quotidiano Il Messaggero, oggi, infatti, ha diffuso la notizia che nelle liste del Caf di Ostia (alle porte di Roma) ci sarebbero i nomi di alcuni componenti della famiglia di origine sinti.

Gli Spada ai Caf

Il reddito di cittadinanza, come è noto, è stato pensato e ideato come un sostegno al reddito che spetta ai tutti quei nuclei familiari che si trovano in serie difficoltà economiche.

Solleva, quindi, critiche e polemiche la notizia diffusa dal giornale capitolino, secondo la quale alcuni membri del clan Spada (che, notoriamente, "detta legge" ad Ostia, nonostante una condanna per associazione mafiosa) si sarebbero recati agli sportelli Caf del municipio romano per richiedere il reddito di cittadinanza.

Tra loro vi sarebbe anche il reggente del clan, Roberto Spada condannato, lo scorso mese di giugno, per l'aggressione al giornalista di 'Nemo', Daniele Piervincenzi.

E pazienza se "Robertino" e la compagna Elisabetta Ascani, pur non presentando dichiarazioni dei redditi dal 2005 risultano essere stati proprietari, in questi ultimi anni, di automobili di pregio,

Fanno la bella vita, ma risultano nulla tenenti

Dal Centro Assistenza Fiscale della Cisl di Ostia, hanno precisato che almeno tre nuclei della famiglia Spada, nei giorni scorsi, hanno preso appuntamento per effettuare la compilazione del modello Isee (documento indispensabile per poter presentare richiesta del sussidio) e dimostrare così, il proprio reddito (o, meglio, il proprio non reddito).

Molti appartenenti alla famiglia di origine sinti arrivata dall'Abruzzo negli anni '50, infatti, risultano nullatenenti. Pazienza, se, in più di un'occasione, le indagini della magistratura abbiano accertato una sperequazione eccessiva tra il reddito denunciato (o in molti casi non denunciato) e lo stile di vita condotto. Membri e affiliati del clan Spada, come era emerso qualche mese fa da un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza non se la passano poi tanto male: le Fiamme Gialle, lo scorso ottobre, infatti, hanno proceduto al sequestro di conti correnti, beni mobili e immobili per un valore totale di 19 milioni di euro.