La notizia della morte di Keith Flint, frontman dei Prodigy, è rimbalzata ovunque nel mondo a partire da ieri mattina quando i soccorsi, giunti nella villa di proprietà del cantante nell'Essex, in Inghilterra, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. A poche ore di distanza, però, Liam Howlitt, cofondatore del gruppo, confermava, sul profilo ufficiale Instagram della band, la morte di Flint parlando, chiaramente, di suicidio. La notizia ha lasciato tutti perplessi e sorpresi, soprattutto chi aveva avuto modo di incontrare Flint due giorni prima della sua morte.

Il 2 marzo, infatti, il frontman dei Prodigy aveva preso parte ad una gara podistica, la Chelmsford central Parkrun, corsa di 5 km che si tiene poco lontano da Dunmow, in Essex; in quest'occasione, come testimoniato da altri partecipanti e da alcuni scatti, il cantante era apparso in gran forma e sereno. In particolare, Rob Hadgraft, giornalista e runner, ha condiviso sul suo profilo twitter una foto della gara salutando l'amico Flint e ricordando che durante la corsa il cantante avrebbe stabilito il suo record personale di 21 minuti e 22 secondi.

Secondo le indiscrezioni pubblicate sul The Sun, dietro la morte di Keith Flint potrebbe celarsi il mostro della depressione.

Pare, infatti, che il cantante fosse nuovamente caduto in depressione in seguito al fallimento del suo matrimonio con la modella e dj giapponese Mayumi Kai, che al momento della notizia della morte del marito era in Giappone. I due, incontratisi dopo un concerto della band, si erano sposati nel 2006; in diverse occasioni e interviste Flint aveva parlato di sua moglie come della sua salvatrice in quanto più volte era riuscita a tirarlo fuori dai guai e dalle sue dipendenze da droga e alcool.

Pare che i due conducessero vite separate già da un po' e che solo di recente avessero deciso di porre realmente fine alla loro unione mediante divorzio. Inoltre, sembra che il cantante avesse messo in vendita, proprio a causa del divorzio, la sua villa rurale nell'Essex, a cui era particolarmente legato e in cui ha trascorso i suoi ultimi istanti di vita.

I Prodigy avrebbero dovuto partecipare al Glastonbury Festival, come conferma l'organizzatrice del festival, Emily Eavis, in suo Tweet per dare l'addio a Keith Flint.

Le reazioni sui social

Il Tweet della Eavis è solamente uno dei tantissimi post che in queste ore stanno comparendo sui principali social per omaggiare e dire addio a un cantante che ha rivoluzionato la musica elettronica divenendo simbolo degli anni Novanta, anche grazie al suo inconfondibile aspetto.

Saluti affettuosi e colmi di tristezza sono apparsi sui profili Instagram di tanti gruppi e musicisti che avevano o meno avuto la fortuna di incrociare Keith Flint e i Prodigy nella loro carriera come gli Skunk Anansie, i Placebo, i Kasabian, gli Slipknot e tantissimi altri. Un commosso omaggio è comparso anche nella metro di Londra.

Se l'ipotesi che Keith Flint si sia tolto la vita a causa della depressione che era tornata a divorarlo sarà confermata, il frontman dei Prodigy andrà, purtroppo, ad aumentare il numero degli artisti suicidi a causa di tale male. La depressione, infatti, ha mietuto numerose vittime nel mondo della e dello spettacolo in generale; tra le più recenti hanno destato scalpore i suicidi di Chris Cornell, leader dei Soundgarden e degli Audioslave, e poi di Chester Bennington dei Linkin Park; e, tornando indietro fino agli anni Novanta, Kurt Cobain.

Tali tristi eventi inducono a riflettere su quanto l'anima e la mente possano esser fragili e come spesso la notorietà non sia necessariamente sinonimo di felicità e soddisfazione. Il successo ha lati oscuri che solo in casi così estremi vengono tristemente alla ribalta.