Un brutto fatto di cronaca si è verificato il 12 aprile presso il Policlinico di Bari, dove un bambino di quasi due anni è deceduto per complicazioni legate alla cosiddetta "sesta malattia". Secondo quanto si apprende dalla stampa locale e nazionale, la situazione sarebbe peggiorata in pochi giorni. Il piccolo era originario della provincia di Brindisi, precisamente da Ceglie Messapica. Da quanto si apprende, il bambino aveva soltanto alcune linee di febbre, e sul suo corpo erano comparse delle macchie rosse. Solitamente la "sesta malattia" non è mortale, ma in questo caso il male ha provocato al bambino una encefalite, purtroppo risultata fatale.

Non appena le condizioni del piccolo sono diventate serie, lo stesso è stato portato dai genitori dal medico di famiglia, da qui l'immediato il trasferimento all'ospedale di Martina Franca, località della provincia di Taranto non molto distante da Ceglie. I sanitari del nosocomio della Valle D'Itria hanno visto che le condizioni del piccolo erano già gravi, per cui hanno contattato i colleghi baresi. Qui, nel capoluogo di regione, dopo poche ore, il bambino è spirato.

Bimbo sottoposto ad intervento chirurgico

I medici delle due strutture sanitarie hanno davvero fatto di tutto per salvare il piccolo, ma purtroppo, come detto, non c'è stato nulla da fare. Le sue condizioni erano disperate, tra l'altro è stato anche sottoposto ad un intervento neurochirurgico per una ipertensione endocranica, causata appunto dall'encefalite provocata dalla malattia.

I famigliari del piccolo ovviamente sono disperati, nessuno si aspettava una tragedia simile. Secondo quanto riferisce il quotidiano Repubblica, sono stati effettuati anche dei controlli di laboratorio, i quali hanno escluso che si sia trattato di un virus influenzale. Non erano presenti quindi virus diversi da quello che provoca la "sesta malattia".

Una tragica fatalità quindi, che ha davvero lasciato tutti senza parole.

La malattia solo in rari casi è mortale

Il male in questione è molto simile al morbillo, questo appunto per la presenza di macchie rosse. Nei primi giorni i genitori hanno curato tranquillamente il loro bimbo, ma credevano, almeno questo dicono i media locali, che si trattasse di una banale influenza.

Il medico di famiglia ha comunque intuito subito di cosa si trattava, e per questo ha consigliato un ricovero immediato.

La "sesta malattia" è conosciuta anche come "febbre dei tre giorni", questo poiché i suoi effetti solitamente scompaiono in tale arco temporale. Essa si trasmette solitamente attraverso il naso e la bocca, e può colpire bimbi che hanno dai pochi mesi fino ai due anni di età, come in questo caso appunto. Sicuramente nei prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori particolari su questa triste vicenda.