Tutta l’America ha sperato per alcune ore che il giallo della scomparsa di Timmothy Pitzen fosse stato finalmente risolto, con il ritrovamento del giovane; ma con ogni probabilità si è trattato solo della menzogna di un giovanissimo impostore. Parliamo di uno dei più grandi misteri che hanno sconvolto gli Stati Uniti nell’ultimo decennio: Timmothy aveva solo sei anni quando è sparito nel nulla da Aurora, in Illinois, nel maggio del 2011. Quella mattina il padre lo aveva accompagnato a scuola, ma la madre, Amy Fry-Pitzen, era andata a prenderlo in anticipo: insieme si erano recati in gita fino ad un parco divertimenti nel Wisconsin, a circa 800 chilometri dalla loro casa.

Ma, tre giorni dopo la loro partenza, il cadavere della donna era stato scoperto in una camera d’albergo a Rockford: si era tolta la vita lasciando un messaggio in cui spiegava che il figlio adesso era insieme a persone che lo avrebbero amato. Aggiungendo anche una frase inquietante: “Non lo ritroverete mai più”. Amy, malata di depressione, temeva che un giudice potesse toglierle il piccolo a causa dei suoi problemi di salute. Da quel momento erano cominciate le ricerche del bambino, che però non hanno mai portato a nulla di concreto

Il racconto del 14enne in fuga

Dopo anni di silenzio, mercoledì scorso si è sperato in una svolta nel caso: un adolescente sui 14 anni ha detto di essere Timmothy agli agenti di una centrale nella contea di Campbell, aggiungendo di essere scappato dai rapitori, che l’avevano tenuto segregato per tutti questi anni.

Secondo le ricostruzioni, una donna, residente a Newport in Kentucky, l’aveva notato aggirarsi in stato confusionale vicino la sua macchina: il ragazzo in fuga aveva detto di non essersi fermato per più di due ore e di avere forti dolori allo stomaco. Successivamente avrebbe spiegato la sua storia: era scappato dai due uomini che l'avevano recluso in un motel nell'area di Cincinnati, il Red Roof Inn.

Li ha descritti come molto muscolosi, uno con una ragnatela tatuata sul collo e l'altro un serpente disegnato sul braccio. Dopo aver attraversato un ponte non ancora identificato, si sarebbe fermato, stremato dalla fatica, davanti all’auto della signora che aveva avvertito la polizia.

L’Fbi ha negato che il giovane sia Timmothy Pitzen

Subito gli inquirenti si sono messi all’opera per verificare l’autenticità del racconto e trovare i presunti sequestratori, ma non è stato riscontrato nessun elemento che potesse avvalorare la storia. Nel frattempo la macchina dei media è entrata in azione: suggestionati anche dalla forte somiglianza del ragazzo con le immagini del piccolo scomparso, in molti hanno creduto alla sua versione. Intervistata da Abc News, anche la nonna di Pitzen, Alana Anderson, si è detta speranzosa che l’adolescente potesse davvero essere il nipote scomparso. Ma in serata, dopo tanto clamore, l’Fbi ha diffuso una nota in cui ha spiegato che il ragazzino non era Timmothy, ma un millantatore, spegnendo tutti gli entusiasmi. A quanto pare il test del dna avrebbe cancellato ogni dubbio: quindi il mistero continua.