Badanti nel mirino del Fisco Italiano. Ormai la cronaca di tutti i giorni abbonda di notizie del genere, che riportano casi di lavoratori colpevoli di evasione fiscale. Da Cecina a Orvieto, dalla Toscana all'Umbria, numerose operazioni della Guardia di Finanza e degli ispettori dell’Agenzia delle Entrate hanno stanato conclamate evasioni fiscali da parte di cittadini stranieri che svolgono una delle attività del settore lavoro domestico. Lavoratori che pur essendo regolarmente assunti da parte delle famiglie italiane, omettevano di dichiarare i redditi.
La normativa fiscale italiana infatti prevede che un lavoratore dipendente, in qualsiasi settore lavorativo esso sia assunto, se supera 8.000 euro di reddito in un anno solare è obbligato a presentare la dichiarazione reddituale. Evidentemente l'accusa mossa a questi lavoratori è proprio la mancata denuncia dei redditi dichiarati negli anni precedenti.
Operazione 'Badanti fantasma'
La Guardia di Finanza in Umbria ha avviato una operazione denominata “badanti fantasma”, un nome che la dice lunga sul contenuto stesso dell’operazione. La GDF, nello specifico quella del Comando Regionale dell’Umbria e quella del Comando provinciale di Terni ha trovato 20 colf in servizio verso altrettante famiglie, regolarmente assunte, ma del tutto invisibili per l’Agenzia delle Entrate.
Le 20 collaboratrici domestiche in tutto hanno omesso redditi per oltre un milione di euro in relazione alla loro attività dal 2013 al 2017. A Bibbona, piccolo comune italiano in provincia di Livorno, il soggetto trovato ad evadere il fisco era un cittadino marocchino, anche questa volta collaboratore domestico e sconosciuto all’Agenzia delle Entrate con imposte sui redditi evase dal 2013 al 2016 (tranne il 2014 dove aveva lavorato percependo redditi sotto la soglia di 8.000 euro) per un ammontare di 46mila euro.
Altri casi di evasione
A Cecina è finita nella rete della Guardia di Finanza una cittadina Ucraina, badante con redditi mai dichiarati nel quinquennio 2013-2017 per un totale di circa 69.000 euro. Ancora a Bibbona in Toscana, un’altra ucraina ha nascosto redditi per 60.000 euro per lo stesso periodo di imposta della collega di Cecina.
Un terreno fertile per gli agenti della Guardia di Finanza il settore domestico per quanto concerne la serrata lotta all’evasione fiscale. Il settore domestico da questo punto di vista è alquanto particolare, con il datore di lavoro, ossia la famiglia presso cui si presta servizio, non ricopre la figura del sostituto di imposta, non essendo obbligato ad effettuare le trattenute mensili nemmeno per l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (l’Irpef), imposta che colpisce ogni tipologia di reddito prodotta dai lavoratori durante la loro attività lavorativa. Naturale che debba essere il lavoratore stesso a provvedere da solo a pagare le Tasse dovute, alla stregua dei lavoratori autonomi o dei professionisti.
Le operazioni della GDF di Livorno, proprio in base a quanto appena detto, sempre nella lotta all’evasione fiscale ha stanato anche un Ragioniere ed un falegname che hanno nascosto redditi a scopo di eludere il fisco. Da una analisi dei conti di uno studio di consulenza infatti, ad un ragioniere è stata mossa l’accusa di aver celato 300.000 euro al fisco, con una evasione di imposta da 160mila euro. All’Isola d’Elba invece, è stato scoperto un falegname al lavoro in una impresa di falegnameria senza assunzione, cioè come lavoratore in nero.