Aveva ancora il cordone ombelicale annodato, la neonata trovata nel Tevere da un pescatore d'anguille: galleggiava nell'acqua ai bordi di un canneto. Choc nella Capitale dopo il macabro ritrovamento avvenuto eri pomeriggio sotto il ponte monumentale di Mezzocammino, all'altezza di Acilia, del corpicino di una bambina nata forse da appena un giorno, al massimo due. "Mi è preso un colpo quando l'ho vista. Sembrava un pupazzetto", ha detto l'uomo sconvolto che non riesce a levarsi quell'immagine dalla testa. Dopo avere avvistato e recuperato la neonata, ha dato l'allarme.
Sul terribile caso indaga la polizia per omicidio colposo.
Neonata nel Tevere, il racconto del pescatore
Di corpi di persone morte lungo il Tevere, nella sua lunga esperienza Cesare Bergamini, finora noto alle cronache, persino a quelle internazionali, solo per essere l'ultimo pescatore di anguille nel fiume dalla Capitale, ne ha visti tantissimi. Quasi si era assuefatto a questi tristi rinvenimenti, come in una rassegnata normalità. Stavolta no, è stato turbato e anche addolorato: mentre a bordo della sua barca, stava proprio mettendo in acqua delle reti per la pesca di anguille all'altezza della località Giano a sud del ponte sul Raccordo anulare, ha scoperto il corpicino di una neonata.
Gli era sembrato un bambolotto per quanto era piccolo, ma avvicinandosi si è reso conto che era una neonata dalla carnagione bianchissima che aveva ancora il cordone ombelicale "tutto a penzoloni".
Allora, sconvolto e piangente, nel timore che la corrente trascinasse via il corpicino, o che qualche animale potesse deturparlo, lo ha legato e l'ha portato a riva per poi chiamare la polizia. Gli agenti sono arrivati sul posto con i sommozzatori dei vigili del fuoco, i colleghi della Fluviale, la Scientifica, gli uomini dei commissariati di Spinaceto ed Esposizione.
La piccola, recuperata dai pompieri e adagiata sul battello di un vecchio ristorante dismesso, l'Anaconda, sotto il ponte monumentale di Mezzocammino, è stata sottoposta a un primo esame esterno dal medico legale.
Cesare, che al momento della scoperta era con l'amico Renato, anche lui pescatore, è poi scappato via stravolto.
A inquirenti e cronisti ha raccontato che la piccola aveva sulla testa dietro il collo un grosso ematoma che potrebbe essere il segno di un colpo ricevuto in testa le cui cause sono ancora da accertare: forse potrebbe trattarsi di sangue. "Una cosa del genere non mi era mai capitata, ancora sto male", ha dichiarato il testimone.
Le indagini
Ancora molte le domande a cui l'indagine avviata dovrà fornire più risposte. Non è chiaro se la piccola quando è stata gettata in acqua fosse ancora viva o se fosse stata già uccisa. Secondo il medico legale, avrebbe respirato prima di morire e sarebbe morta un giorno e mezzo circa prima del ritrovamento. La salma è affidata all’autorità giudiziaria in attesa dell'autopsia che dovrà stabilire se abbia ingerito acqua nei polmoni.
Le indagini sono concentrate sulla ricerca della madre che potrebbe essere una prostituta a cui con forza sarebbe stata sottratta la piccola appena nata, o una donna disperata che ha compiuto un gesto estremo a seguito di una gravidanza indesiderata. In queste ore gli inquirenti stanno passando al setaccio le baraccopoli lungo il fiume, specie nel tratto che va da ponte Marconi al viadotto della Magliana. Sono stati allertati gli ospedali che nei giorni scorsi possono aver accettato una donna per partorire, o che sia poi tornata a casa. Inoltre, gli investigatori stanno acquisendo le immagini di telecamere in prossimità di ponti e approdi lungo il fiume.
Il tragico fatto ha riportato alla mente quanto accaduto in prossimità dello scorso Natale quando una mamma di 38 anni, Giuseppina Orlando, con in braccio le sue figlie, Sara e Benedetta, due gemelline di quattro mesi, entrambe malate, si gettò nel fiume dal ponte Testaccio. Il suo corpo senza vita fu recuperato a distanza di qualche ora a un paio di chilometri di distanza. I corpicini delle neonate, invece, non sono mai stati più ritrovati.