Le vittime del disastro aereo della Germanwings non si sono accorte di nulla. A sostenerlo, in una lettera ai familiari, è Lufthansa. I parenti delle 150 persone morte nello schianto provocato dal copilota Andreas Lubitz (27enne con problemi di depressione), allibiti, hanno contestato a gran voce quanto dichiarato dalla principale compagnia aerea tedesca. La notizia è stata resa nota dal quotidiano Bild e ripresa dalla stampa internazionale.

Le vittime non hanno avuto paura

Il 24 marzo 2015, il volo della Germanwings partito dall'aeroporto di Barcellona e diretto a Dusseldorf si schiantò sulle Alpi Francesi.

Nel terribile incidente - provocato dal giovane copilota Lubitz - persero la vita tutte le 151 persone a bordo dell'Airbus A320-200. I parenti delle vittime, in questi anni, hanno fatto causa a Lufthansa (che, com'è noto controlla la compagnia low cost con sede a Colonia) e, a distanza di 4 anni, dalla terribile tragedia hanno ricevuto una lettera in cui si afferma che i passeggeri a bordo non si sono accorti di cosa stava succedendo e, dunque, non hanno avuto "paura di morire".

Quanto sostenuto dalla compagnia aerea fondatrice di Star Alliance, però, non è considerato verosimile dai familiari dei passeggeri. Marlies Weiergräber, 66enne di Krefeld (città della Renania Settentrionale-Vestfalia) nell'incidente perse il fratello e la nipote e in autunno prenderà parte alla prima udienza del processo per risarcimento dei danni morali.

La donna, assistita dal suo avvocato, ha spiegato a Bild che non è credibile che le persone a bordo non si siano accorte di star per morire: "Ci sono diversi elementi che dimostrano il contrario", ha dichiarato. Nelle registrazioni della "scatola nera" recuperata dopo lo schianto vi è traccia non solo delle urla del comandante dell'aereo (che ha implorato Lubitz di aprire la porta della cabina di pilotaggio), ma anche le grida disperate dei passeggeri e dei membri dell'equipaggio.

Il disastro aereo

Il volo 9525 della Germanwings decollò dalla pista dell'aeroporto di Barcellona-El Prat alle ore 09:01 (con un ritardo di 26 minuti) e sarebbe dovuto atterrare all'aeroporto di Düsseldorf alle ore 10:39. Subito dopo aver superato la costa francese, però, l'Airbus 320 perse improvvisamente quota e, alle 9.41, sparì dai radar.

e andò a schiantarsi sulle impervie montagne di Prads-Haute-Bléone (una località a circa 1500 metri sul livello del mare).

Secondo quanto ricostruito dal Bureau d'Enquêtes et d'Analyses pour la sécurité de l'aviation civile (BEA), il copilota Lubitz, rimasto solo ai comandi per pochi minuti, si barricò all'interno della cabina di pilotaggio e riuscì a mettere in atto il suo folle piano. Il comandante Patrick Sondenheimer, padre di due bambini, mentre l'aereo perdeva quota e si dirigeva verso le Alpi Francesi, bussò ripetutamente alla porta blindata e cercò addirittura di sfondarla con un'ascia.

Andreas Lubitz - in forza alla Lufthansa dal settembre 2013 - era riuscito a tenere nascosti alla compagnia i suoi problemi psichici (qualche anno prima aveva dovuto interrompere l'addestramento per una grave depressione aggravata da tendenze suicide) e nonostante gli avessero riscontrato un deficit visivo che gli avrebbe impedito di ottenere il rinnovo della licenza, aveva continuato a volare.