"Guardandomi in faccia, ha detto che forse non c'era poi bisogno di vederci così spesso: io, per un attimo, ho visto tutto buio, dopo aver avvertito una fitta all'altezza del cuore". Sono alcune tra le parole più significative e impressionanti pronunciate durante l'interrogatorio in carcere da Massimo Sebastiani, il tornitore di 45 anni reo confesso dell'omicidio di Elisa Pomarelli, lo scorso 25 agosto a Campogrande di Carpaneto, in provincia di Piacenza. Da quel 'buio', sarebbe scaturito l'impeto omicida dell'uomo ossessionato da 'Taty', vezzeggiativo con cui chiamava l'amica di 17 anni più giovane di lui che considerava la sua fidanzata.
La prima puntata dell'undicesima edizione del programma Quarto Grado, che ha preso il via lo scorso venerdì 20 settembre in prima serata su Rete 4, si è occupata del caso trasmettendo l'inedita registrazione vocale dell'interrogatorio del reo confesso.
A Quarto Grado l'interrogatorio di Sebastiani
Quarto Grado ha svelato la ricostruzione inedita fatta dal reo confesso dell'omicidio. Nell'interrogatorio riferisce che era innamorato di Elisa ed era certo che lei gli volesse bene fino a quel 25 agosto in cui l'ha portata a pranzo fuori. Quando lei gli dice che non occorre vedersi troppo, lui ha una "scarica enorme" che lo ha attraversa. Un attimo prima, la ragazza gli avrebbe proposto un affare dai contorni poco chiari: custodire una busta in cambio di una somma di denaro.
Ma cosa custodisse la busta resta un mistero. Lui si sente preso in giro: al giudice riferisce di aver pensato in un istante che i tre anni d'amicizia siano stati una farsa e che lei si fosse servita di lui, che la aiutava con le spese.
"Io mi ricordo le mie mani su di lei e poi ho sentito cadere un asse": sono i drammatici istanti in cui la strangola nel pollaio.
Il giudice gli chiede se si fosse accorto che era morta: "Mi sembrava che respirasse un po', ma non ricordo". Riferisce di averla avvolta in una coperta e che poco dopo è subentrato il panico pensando alle conseguenze. Quindi sale in macchina e la sistema nel baule, ma poi si chiede: "Dove vado? dove la metto?", incerto se portarla al lago o consegnarla alle autorità.
Quando vede il cellulare di lei, dice tra sé: "Magari la rintracciano". Sostiene di averlo preso e lanciato. Ma il telefono di Elisa, ed è un altro dei misteri del caso, non è mai stato trovato da nessuna parte.
Poi ha l'idea di lasciarla nel bosco dove è stata trovata, anche se fatica a trasportarla in spalla e a un certo momento cade. In quei giorni dorme nel solaio del casolare del proprietario del bosco, Silvio Pierazzi, padre dell'ex fidanzata che non si sarebbe accorto della sua presenza. "Non connettevo più. Non ti lascio da sola, Elisa, dicevo. Cosa ti ho fatto? Non l'avrei lasciata lì da sola per nessun motivo", dice nella confessione, precisando di averla vegliata giorno e notte. Il giorno prima del ritrovamento da parte delle forze dell'ordin, si rende conto che Elisa non appartiene più al mondo della vita e decide di seppellirla.
Mentre lo fa, si sarebbero sfilati i jeans: per questo, glieli avrebbe tolti e bruciati. Ed è l'altro mistero del caso. Il suo legale, a tal proposito, ha tenuto a precisare che l’autopsia non ha evidenziato segni di violenza sul corpo. Subito dopo la trasmissione, la sorella di Elisa ha scritto alla redazione per dire che la versione del reo confesso fa di Elisa una ragazza attaccata ai soldi, cosa che non era, e che la busta non esiste: "Lui sta cercando di passare da vittima, ma vittima non è”.
Cosa si sa dell'omicidio
Quel 25 agosto Massimo ed Elisa devono costruire una casetta attigua all'abitazione di lui e al pollaio: per questo lui ha comprato alcune assi. Le telecamere di una ditta vicina dove, coincidenza, Massimo lavora come tornitore, sono le testimoni mute del delitto perché riprendono la ragazza che entra nel pollaio, ma è solo lui ad uscirne dieci minuti dopo, il tempo in cui tutto si compie.
Poi Sebastiani va a prendere una coperta, per poi uscire dal pollaio con Elisa in spalle. C'è un lungo girovagare, ripreso da più telecamere e confermato da testimoni, finché non va a casa di Silvio Perazzi, a Sariano di Gropparello, e abbandona il corpo a pochi centinaia di metri in una zona boschiva impervia. Per sviare le indagini manda due messaggi, uno dei quali vocale al cellulare di Elisa che ha già spento. Prende il suo zaino dove infila 620 euro in monetine, si avvia a piedi nei boschi e resta in fuga per 14 giorni.
Massimo ed Elisa si erano conosciuti tre anni fa nell'azienda assicurativa del padre di lei. Lui che abita in una casa da scapolo ed è un accumulatore seriale le regala una moto, agli amici parla di lei come della sua fidanzata, l'amore della sua vita.
Ma Elisa, attratta dalle ragazze, non prova i suoi stessi sentimenti e glielo dice: per lei è un amico con cui condivide l'amore per la campagna e per gli animali e da cui imparare a lavorare la terra, con la prospettiva di aprire un giorno un'azienda agricola. Insieme costruiscono un pollaio dove allevano galline. Nessuno, né Elisa né i familiari, capisce quanta è forte l'ossessione di lui per lei. Fino all'esito criminale e tragico.