Thomas Cook, storico tour operator britannico, ha dichiarato bancarotta e, in una nota ufficiale, ha annunciato la cancellazione di tutti i voli e dei pacchetti-vacanza. Nella notte, infatti, è saltato il tavolo delle trattative con i creditori, ed ora le autorità dovranno farsi carico del rimpatrio dei turisti bloccati all'estero. Sarebbero più di 500.000 i vacanzieri coinvolti, di cui 150.000 britannici.

'La più grande operazione di rimpatrio in tempi di pace'

La Thomas Cook, 178 anni di storia e 22.000 dipendenti in tutto il mondo (più di 9.000 nel solo Regno Unito) ha chiesto la liquidazione giudiziaria ed è in bancarotta.

L'annuncio è stato dato con profondo rammarico da Peter Fankhauser, amministratore delegato del colosso dei viaggi.

La società non è riuscita ad evitare il fallimento, e ora circa 150mila vacanzieri britannici che avevano prenotato un volo di ritorno con il celebre tour operator dovranno essere riportati a casa in qualche modo. Il governo e la Civil Aviation Authority (Caa) sono già al lavoro per organizzare un ponte aereo. Grant Shapps, titolare del Ministero dei Trasporti, ha affermato che 45 aerei charter sono pronti per sostituire la flotta della Thomas Cook, mentre la Caa ha comunicato che già per la serata di oggi prevede il rientro di almeno 14.000 persone.

L'operazione - definita dalla BBC come "il più grande rimpatrio mai effettuato in tempi di pace" - potrebbe costare, secondo le prime stime, 600 milioni di sterline, e sarà assicurata dal fondo di garanzia Atol, lo specifico sistema di protezione amministrato dalla Caa e supportato da tutte le industrie del settore.

Lo stop ai nuovi finanziamenti

La Thomas Cook ha sede a Londra e vede come principale azionista l'azienda cinese Fosun Tourism Group. Nonostante le trattative serrate, la società non è riuscita a reperire finanziamenti per 200 milioni di sterline, necessari per evitare il default.

Fosun il mese scorso aveva predisposto un pacchetto di salvataggio pari a 900 milioni di sterline e aveva elargito, in cambio di ulteriori acquisizioni, un finanziamento di 450 milioni di sterline.

Solitamente, tra settembre e ottobre la Thomas Cook provvede a regolare i pagamenti con i diversi fornitori dopo la stagione estiva. Tuttavia, date le circostanze, ora potrebbe non essere in grado di onorare gli impegni economici.

Il premier britannico Boris Johnson, intervenendo sulla questione, ha criticato i manager dell'azienda e ha commentato: "C'è da chiedersi quanto i dirigenti di queste società fossero incentivati adeguatamente a risolvere i loro problemi".

Subito dopo, sottolineando la gravità e la delicatezza della situazione, ha rivolto un pensiero ai clienti di Thomas Cook, promettendo che lo Stato farà il possibile per riportare a casa i vacanzieri bloccati.