Da sempre c'è la guerra tra le forze dell'ordine e i pirati del calcio, dei film e delle fiction: stavolta a vincere la battaglia è stata la Guardia di Finanza che, grazie all'ausilio di 100 militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, ha portato alla luce una fitta rete di pirateria tv con sedi in tutta Europa.

IpTv illegale, una vera e propria organizzazione clandestina

Nel corso delle indagini che sono partite da qualche ora, i militari della Guardia di Finanza hanno sgominato una vera e propria organizzazione clandestina che aveva creato una rete commerciale ben strutturata.

I pirati non facevano altro che trasformare il segnale televisivo delle principali paytv, come Sky, Dazn, Netflix, in un flusso di dati digitali capaci di muoversi e viaggiare via computer. La sede principale è stata identificata in Bulgaria ed è stata ideata da due cittadini greci, ma da lì l'organizzazione aveva collegamenti con altri Paesi europei, come l'Olanda, la Francia, Grecia, Germania e anche l'Italia.

Il flusso di dati digitali arrivavano a centri di rivendita che a loro volta vendevano il pacchetto agli utenti finali, classificati in famiglie, imprese e anche hotel. Ogni utente aveva credenziali personali con cui effettuare l'accesso e poter avere nelle proprie mani tutti i contenuti a pagamento al momento in circolazione.

In alcuni casi, era necessario dotarsi di un apposito decoder, anch'esso illegale, per la visione dei contenuti.

In Italia, sono stati individuati centri di rivendita in diverse regioni, come Campania, Puglia, Lombardia, Veneto, Calabria e Sicilia: il costo per la visione di questi contenuti andava da un minimo di 12 a un massimo di 15 euro al mese, quasi un quarto del costo effettivo di un abbonamento regolare.

Al momento dello spegnimento della rete illegale erano connessi 700 mila utenti dei 5 milioni conteggiati solo in Italia: una rete che fruttava agli ideatori e anche ai rivenditori grosse somme di denaro.

Cosa rischiano gli utenti delle IpTv illegali?

Al momento sono in corso accertamenti non solo sugli ideatori di questa organizzazione illegale, ma anche sugli utenti finali che hanno abusato di questa visione illegale e che di fatto hanno commesso un reato: per loro il rischio è il carcere da 6 mesi a 3 anni di reclusione e multe fino a 28000 euro.

Chi lavora nelle Paytv e anche nell'Unione Nazionale dei Consumatori ha espresso ringraziamento nei confronti delle forze dell'ordine in quanto l'illegalità non fa altro che impoverire un Paese, sottraendo posti di lavoro (si contano 6 mila posti di lavoro persi) e uccidendo anche spettacoli come possono essere una partita di calcio o un film al cinema.