Sono trascorsi 50 anni dalla strage di Piazza Fontana, a Milano. Il 12 dicembre 1969, un'esplosione squarciò la Banca Nazionale dell'Agricoltura. Il bilancio di quello che è stato definito il "primo e il più dirompente atto terroristico dal dopoguerra" fu terribile: 17 morti e 88 feriti.
Oggi, alla vigilia della commemorazione ufficiale il sindaco della città meneghina, Giuseppe Sala, ha voluto chiedere scusa alla famiglia di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico.
La strage di Piazza Fontana e il 'Caso Pinelli'
Il 12 dicembre 1969 a Milano pioveva e faceva molto freddo.
Anche per questo, commercianti, allevatori e coltivatori diretti, giunti da tutta la provincia per il mercato del venerdì, si attardavano nel salone della Banca nazionale dell’agricoltura, in Piazza Fontana. Qui, infatti, erano soliti aspettare il compimento delle operazioni presso gli sportelli, confrontandosi sui loro affari commerciali.
La tranquillità di un pomeriggio d'inverno come tanti altri venne interrotta, improvvisamente, alle ore 16,37 quando, come riportato negli atti processuali, un ordigno di "elevata potenza" (contenente ben 7 chili di gelignite) deflagrò il salone centrale, provocando la morte sul colpo di 14 persone e decine e decine di feriti. Negli stessi minuti, coma ricordato dalle cronache dell'epoca, una bomba, inesplosa venne rinvenuta in piazza della Scala (presso la sede della Banca Commerciale Italiana) mentre un terzo ordigno, esplose alle 16.55 a Roma, all'interno del passaggio sotterraneo che univa l'entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con l'ingresso di via di San Basilio.
Poco più tardi, inoltre, sempre nella Capitale altri due congegni esplosero, tra le 17:20 e le 17:30, all'Altare della Patria e di fronte al Museo centrale del Risorgimento (a piazza Venezia).
Le indagini, fin da subito, si concentrarono sui gruppi di estremisti e, per accertamenti, vennero fermate un'ottantina di persone legate al Circolo anarchico 22 marzo di Roma e al Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa di Milano. Tra i fermati c'erano anche il ballerino romano 36enne Piero Valpreda (incastrato dalla testimonianza di un tassista, ma assolto in via definitiva nel 1987) e Giuseppe "Pino" Pinelli, un ferroviere che, durante la Resistenza si era distinto come "staffetta partigiana".
L'uomo, sposato e padre di due figlie, il giorno della strage, venne accompagnato in Questura per accertamenti e venne trattenuto illegalmente.
Più volte fu interrogato dal commissario Luigi Calabresi e, tre giorni dopo il fermo, nella notte tra il 15 ed il 16 dicembre, morì, cadendo dal quarto piano. All'indomani della morte di Pinelli, venne dichiarato che il ferroviere si suicidò, in quanto era stato dimostrato il suo coinvolgimento nella strage di Piazza Fontana: questa versione, però, venne smentita nelle settimane successive. Le indagini sull'attentato, come è tristemente noto, si dipanarono in un’odissea lunga quasi quarant'anni e che si è conclusa senza condanne definitive.
Le scuse del sindaco Sala
"Il senso d'ingiustizia rimane dentro e allora - ha dichiarato il sindaco Beppe Sala - posto che quell'ingiustizia è avvenuta, la mia presenza qui oggi vuole chiedere, a nome della città, scusa per ciò che è stato.
Credo che sia un qualcosa che tutti noi sentiamo nel profondo. Quindi, in primis, voglio esprimere alla famiglia Pinelli la nostra richiesta di perdono".
Il primo cittadino, oggi, ha presenziato alla cerimonia di piantumazione di una quercia rossa in piazza Segesta (non lontano da dove abitava la famiglia Pinelli). Sulla targhetta commemorativa è precisato che l'albero è dedicato non solo ad un partigiano, ad un ferroviere e a un anarchico, ma anche a quella che nella sostanza è la 18° vittima innocente della strage di Piazza Fontana.
"Figure come quella di Pino Pinelli - ha aggiunto Sala - ci dicono che per imparare non è mai tardi". Quindi, ha concluso: "Dalla storia di Milano e dalla storia di Giuseppe Pinelli ho imparato molto".
Le due figlie dell'uomo, Claudia e Silvia, hanno partecipato commosse alla cerimonia, dicendosi grate all'Amministrazione comunale per il dono in memoria del padre. "Questo gesto, oggi, ci ricorda che Milano è e rimane una città antifascista. Ricordare è non cedere".
Domani, invece, le sorelle Pinelli, saranno presenti, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Consiglio comunale straordinario del capoluogo meneghino.