Sono accomunati dalla stessa sospetta ambiguità e la Procura di Roma ipotizza una complicità, criminale e non solo. Ad Anastasiya Kylemnyk è stato ucciso il fidanzato Luca Sacchi, con cui stava insieme da cinque anni e con il quale, secondo l'unica dichiarazione rilasciata da lei alla stampa dopo il delitto, aveva progetti per la vita.

Giovanni Princi ha perso l'ex compagno di classe alle superiori, l'amico ritrovato solo da pochi mesi. Eppure, entrambi si sono chiusi in un silenzio imbarazzante: a detta degli investigatori, non hanno fornito alcun aiuto alle indagini per scoprire la verità sulla morte del loro caro, freddato con un colpo di revolver all'Appio Latino la sera del 23 ottobre.

A questo punto, se non si avvarranno della facoltà di non rispondere, sarà decisivo l'interrogatorio davanti al gip: di Princi domani, della ragazza mercoledì. Tina Sacchi, la mamma di Luca, ha invitato 'Nastja' a dire la verità. Altrimenti, potrebbero parlare, al posto loro, i cellulari sequestrati: per la Procura, racconterebbero di un'intesa, professionale e non, tra Princi e la baby sitter d'origine ucraina.

I telefonini e i contatti segreti

Col passare dei giorni e con l'aggiungersi di nuovi tasselli, ombre si aggiungono ad ombre offuscando la figura di Anastasiya. L'intuito di una madre sembrerebbe essere avvalorato da riscontri investigativi. Mamma Tina l'ha raccontato a Quarto Grado: nell'ultima estate della breve vita di Luca, in vacanza in montagna, oltre a lui e 'Nastja', sono arrivati Giovanni Princi e la fidanzata.

Mamma Tina ha colto tra Anastasia e Giovanni sguardi complici. Quando lei e il papà Alfonso hanno allertato Luca, lui non ha voluto credergli.

Eppure, il personal trainer, innamoratissimo della sua ragazza, l'aveva vista cambiata, distante, e sembra avessero litigato proprio la sera dell'agguato. La Procura ipotizza che tra Princi e Anastasiya ci siano stati scambi di messaggi, di vario genere.

Ci sarebbe stata una trama oscura, affaristica e sentimentale, alle spalle di Luca. Di certo, al momento c'è che, con ruoli diversificati, tant'è che Princi è in carcere, mentre lei a piede libero ha l'obbligo di firma in caserma, sono stati entrambi protagonisti attivi della compravendita di ben 15 chili di marijuana. Nella scala gerarchica dello spaccio, Princi fa da ponte tra l'Appio e i pusher di Casal Monastero, quali il presunto grossista Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio perché ha fornito l’arma del delitto a Valerio del Grosso e Paolo Pirino, già in carcere.

Anastasiya, sottoposta a Princi, funge da 'cassiera' dell'organizzazione. Lui attende restando a distanza la conclusione della consegna di droga che finisce come ormai sappiamo. Al gip, dovranno spiegare la vera natura del loro rapporto. Pare che Anastasiya, incontrandolo in caserma, gli abbia urlato: 'Mi hai rovinata'.

I cellulari sequestrati dai carabinieri del Nucleo Investigativo potrebbero fornire altre informazioni. Chat, messaggi e nomi registrati in rubrica potrebbero permettere di risalire alla persona che i due indagati starebbero proteggendo. La ragazza ucraina accusata di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, è stata astutissima: era solita chattare su Signal dove i messaggi sono criptati.

Chat e contatti sarebbero andati cancellati. Giovanni Princi ha consegnato solo uno dei telefoni in suo possesso. Durante la perquisizione di venerdì scorso, i carabinieri ne hanno trovato un secondo nascosto: potrebbe rivelare molte informazioni, a meno che non sia stata cancellata la memoria o sia stato resettato. Per gli inquirenti, già il modo in cui i due hanno gestito i telefoni starebbe ad evidenziare una condotta criminale. I carabinieri hanno anche i telefoni di Sacchi e dei due intermediari dei pusher, Valerio Rispoli e Simone Piromalli.

Il mistero dei 70 mila euro

Dove sono finiti tutti quei soldi? E come sono stati messi insieme? Per gli inquirenti è assai improbabile pensare a una gigantesca 'colletta' fatta da un gruppo di ragazzi per comprare la droga.

I pm ipotizzano che ci sia un 'finanziatore' che avrebbe usato i ragazzi nelle trattative, e messo in mano ad Anastasia una montagna di soldi in banconote da 50 e 20 euro. Oppure l'altra ipotesi è che la somma ingente sia il provento di uno spaccio già avviato. Di certo, un rifornimento così significativo di droga doveva servire a mettere su o a incrementare una piazza di spaccio all'Appio Latino con la promessa di guadagni facili: avrebbe rifornito palestre, locali, pub e in occasione di feste.

Nell'ordinanza del gip si legge che Princi e Kylemnyk, seppur giovani, sarebbero pienamente inseriti negli ambienti della droga. Intanto ieri, in occasione di Lazio-Udinese di ieri, all'Olimpico è stato ricordato Luca che era un tifoso biancoceleste. I genitori ed altri familiari indossavano una maglietta con scritto 'Ciao Luca'. Prima del fischio di inizio della partita, Ciro Immobile ha portato un mazzo di fiori a mamma Tina.